Un piano preciso, il solito: abbandonare l’Italia al proprio destino. Da portare avanti in tre distinti atti, per centrare il bersaglio. Nel bel mezzo dell’emergenza Ucraina, con l’invasione russa che ha avuto e avrà ancora un forte impatto sull’economia e sull’inflazione, Bruxelles si prepara a voltarci ancora una volta le spalle, puntando ancora una volta sulla cautela piuttosto che sugli aiuti concreti, decisi. La conferma è arrivata dagli ultimi annunciati della Banca Centrale Europea, che ha anche rivisto al ribasso le stime per la crescita nella zona euro.
Christine Lagarde ha infatti sottolineato come la crescita del prodotto interno lordo, previsioni alla mano, si fermerà al 3,7% quest’anno, al 2,8% nel 2023 e all’1,6% nel 2024, quando l’inflazione dovrebbe attestarsi al 2% dopo essere stata stimata al 5,1% quest’anno. Un clima di forte incertezza legato, ovviamente, agli sviluppi del conflitto esploso in Ucraina. E che però non ha spinto la Bce a rivedere i suoi piani, a partire dalla graduale revoca delle misure introdotte per aiutare i Paesi alle prese con l’emergenza Covid.
Non c’è stato soltanto l’annuncio del taglio al supporto per contrastare la pandemia, però, ad agitare i mercati. A stretto giro, infatti, sono arrivate anche le dichiarazioni del membro olandese del comitato esecutivo della Bce, Frank Elderson, che non ha escluso “un possibile rialzo dei tassi entro la fine dell’anno”. Come spiegato da Giuliana Ferraino sulle pagine del Corriere della Sera, il rendimento del Btp decennale è salito al 2,05% dopo una fiammata fino al 2,07%, mentre il tasso di interesse dei Bund decennali tedeschi è arrivato a toccare lo 0,56%, il record da fine 2018.
Il piano di Bruxelles, dunque, sta prendendo vita lungo tre, chiare direttrici. Stop alle misure anti-Covid lanciate ad aprile 2020, quando la Bce aveva allentato i criteri sul collaterale bancario per favorire il credito. Revisione delle stime, al ribasso. Con tutta probabilità, un rialzo nei tassi di interesse entro la fine del 2022. Con tanti saluti all’Italia, che sarà abbandonata al mercato. Della serie: se qualcuno aveva sperato davvero in un cambio di rotta dell’Ue beh, peggio per lui.
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