La tensione sale nel continente europeo. Dopo la guerra in Ucraina, si avvicina sempre più all’Italia l’incubo del conflitto. In Kosovo infatti la tensione è altissima. Come riferisce Repubblica, “sconosciuti hanno lanciato in serata una bottiglia molotov contro la casa di una famiglia serba nei pressi di Gracanica, enclave serba a pochi chilometri dalla capitale del Kosovo Pristina. Zoran Trajkovic, che al momento dell’attentato era in casa con i suoi familiari, ha detto che ad aver paura sono stati in particolare la moglie incinta e uno dei suoi figli di tre anni. Non si sono registrati comunque feriti, solo danni materiali all’abitazione. Come riferiscono i media a Belgrado, già in passato la famiglia serba era stata oggetto di attacchi e provocazioni. Alcuni mesi fa sulla palizzata del cortile di casa era apparsa una scritta inneggiante all’Uck, l’Esercito di liberazione del Kosovo che combattè contro i serbi nel conflitto armato del 1998-1999, mentre in precedenza Zoran Trajkovic era stato attaccato e picchiato da alcuni kosovari di etnia albanese”. (Continua a leggere dopo la foto)
Condannando l’attentato, il direttore dell’Ufficio governativo serbo per il Kosovo Petar Petkovic ha detto che esso è la conseguenza della politica di odio antiserbo portata avanti dal premier kosovaro Albin Kurti. Si legge ancora su Repubblica: “”Oggi circa 10mila serbi del Kosovo hanno manifestato nella città kosovara di Mitrovica per affermare la loro appartenenza alla Serbia e il loro rifiuto dell’autorità di Pristina, che ha suscitato l’ira della popolazione serba chiedendo l’utilizzo di targhe ufficiali del Paese in luogo di quelle di Belgrado. ‘Questa è la Serbia’ è stato lo slogan principale dei manifestanti, riporta l’agenzia di stampa serba Tanjung”. (Continua a leggere dopo la foto)
Si stima che circa 150mila persone di etnia serba vivano in Kosovo, regione che ha ottenuto unilateralmente l’indipendenza dalla Serbia nel 2008 ed è popolata principalmente da albanesi. “La metà di costoro vive in quattro comuni del Nord del Kosovo, dove si concentra l’opposizione serba al governo di Pristina. Sempre oggi i poliziotti serbi del Kosovo che lavorano ai posti di frontiera di Jarinje e Brnjak, nel Nord del Paese, hanno rassegnato le dimissioni, proprio in segno di protesta contro l’ordine di Pristina di utilizzare le targhe dei veicoli del Kosovo al posto di quelle emesse dalla Serbia”. (Continua a leggere dopo la foto)
La tensione, dunque, è palpabile, in una zona che è sempre stata oggetto di contesa e di scontri. Qualcuno sostiene che dietro le agitazioni ci sia comunque la mano di qualcuno, interessato ad ampliare il conflitto in Europa per mettere ancora più pressione a Bruxelles.
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