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Italia sotto attacco. Hacker in azione. Problemi per milioni di italiani. Cosa succede e come proteggersi

Pubblicato il 06/02/2023 08:49
Hacker in azione in Italia

È allarme in Italia (e non solo come vedremo) per un massiccio attacco hacker “tramite un ransomware già in circolazione”. A spiegare cosa è successo e cosa sta succedendo è stata Agenzia per la cybersicurezza nazionale (ACN), il Computer security incident response team. I tecnici hanno già censito, infatti, “diverse decine di sistemi nazionali verosimilmente compromessi e allertato numerosi soggetti i cui sistemi sono esposti ma non ancora compromessi”. Per questo il governo ha fatto ubito sapere di seguire con molta attenzione gli sviluppi della situazione, convocando per la mattinata del 6 febbraio il sottosegretario Alfredo Mantovano, autorità delegata per la cybersicurezza, che incontrerà a Palazzo Chigi il direttore di ACN, Roberto Baldoni, e la direttrice del DIS-Dipartimento informazione e sicurezza, Elisabetta Belloni, per fare un primo punto e capire quali sono i danni provocati dagli hacker. (Continua a leggere dopo la foto)

Insieme questi soggetti promuoveranno una strategia di protezione. L’Agenzia spiega che “rimangono ancora alcuni sistemi esposti, non compromessi, dei quali non è stato possibile risalire al soggetto proprietario. Questi sono chiamati immediatamente ad aggiornare i loro sistemi”. Ma perché è in corso questo attacco? Chi lo sta effettuando? E cosa vogliono? I ransomware sfruttando la vulnerabilità dei sistemi operativi, possono portare avanti attacchi che “cifrano i sistemi colpiti rendendoli inutilizzabili fino al pagamento di un riscatto per avere la chiave di decifrazione”. Ecco il punto, dunque: il riscatto. In questo momento sono qualche migliaio i server compromessi in tutto il mondo, dai paesi europei come Francia, Finlandia e Italia, fino al Nord America, in Canada e negli Stati Uniti. (Continua a leggere dopo la foto)

In Italia sono decine le realtà che hanno riscontrato l’attività malevola nei loro confronti ma – secondo gli analisti – sono destinate ad aumentare. I primi attacchi sono avvenuti in Francia, successivamente l’ondata si è spostata su altre nazioni tra cui l’Italia. Cosa possiamo fare noi singoli cittadini per difenderci? Poco o nulla, perché il ransomware è un malware che cripta i file presenti sul computer della vittima, rendendoli illeggibili e non più utilizzabili senza una chiave di decifrazione che viene data dagli hacker solo dietro pagamento di un riscatto. “Di solito per i privati si tratta di cifre non impossibili, tra le decine e le centinaia di euro, che le vittime di norma pagano pur di non perdere dati; nel caso di grandi organizzazioni, aziende o enti pubblici, le cifre invece possono essere molto alte”. E a cascata comunque il cittadino subisce un danno, non potendo più utilizzare quel determinato programma o sito o prodotto. (Continua a leggere dopo la foto)

Attenzione dunque in questi giorni alla posta elettronica e ai siti web malevoli o compromessi. In genere si presentano come allegati apparentemente innocui (come, ad esempio, file Pdf) provenienti da mittenti legittimi (soggetti istituzionali o privati). Ma attenzione, perché è tutto soltanto verosimile ma non reale: analizzate con molta cautela le mail e i mittenti prima di aprire gli allegati. In genere l’oggetto fa riferimento a fatture, bollette, o ingiunzioni di pagamento. Se si apre il file, il ransomware entra nel nostro pc (o nel telefono), lo cripta e a quel punto si è fregati.

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