
Ricordate il dottor Franco Locatelli? Balzato agli onori delle cronache durante l’epoca pandemica grazie all’allora premier Conte e all’ex ministro della Salute Roberto Speranza, ora risulta indagato per omicidio colposo. Locatelli è infatti noto ai più per il suo ruolo di coordinatore del Cts, il Comitato Tecnico Scientifico istituito per gestire la pandemia di Covid 19 e le vaccinazioni. Nella sua vita pre Covid, però, era noto soprattutto per il suo ruolo di direttore della oncoematologia e terapia cellulare e genica dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, nonché presidente del Consiglio superiore di sanità. Ora il medico è chiamato a chiarire perché un trapianto di midollo, sbagliato, nel suo reparto provocò la morte di una ragazza di appena 17 anni, Lisa Federico. La vicenda risale al novembre del 2020. Lo scorso giugno l’inchiesta sembrava ormai conclusa, con la richiesta di rinvio a giudizio di due specialisti dell’ospedale, Pietro Merli e Rita Maria Pinto. La posizione di Locatelli era stata invece stralciata. Adesso però che succede? (Continua a leggere dopo la foto)
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Nell’udienza dell’11 gennaio, però, il il giudice per le indagini preliminari Francesca Ciranna ha ordinato ulteriori accertamenti sul direttore sanitario, scrivendo nell’ordinanza: “È veramente difficile ipotizzare che quest’ultimo sia stato all’oscuro delle decisioni adottate, che non sia stato mai consultato, che le decisioni intraprese non siano mai state condivise con lui”. Lisa morì dopo 18 giorni di calvario. Scrisse a giugno 2022 il pm Pollidori nella richiesta di rinvio a giudizio, per omicidio colposo e cooperazione nel delitto colposo, di Pinto e Merli: “La inadeguatezza della composizione cellulare del midollo della donante”, una tedesca con peso e gruppo sanguigno diverso dalla giovane, rese inutile il trapianto e le problematiche infettive della paziente furono gestite “con imperizia, imprudenza e negligenza, in maniera del tutto inadeguata”. Parole pesantissime che ora riguardano anche il direttore Locatelli. (Continua a leggere dopo la foto)

I genitori di Lisa, Maurizio Federico, biologo, responsabile del Centro per la salute globale presso l’Istituto superiore di sanità, e Margherita Eichberg, soprintendente alle Belle arti e archeologia per l’area meridionale di Roma, avevano adottato la bambina e il fratello Bodgan nel 2009, in un orfanatrofio dell’Ucraina. Dopo che a 16 anni le venne diagnosticata una citopenia refrattaria pediatrica, “al Bambino Gesù venne deciso il trapianto – racconta il padre a La Verità -. Anche se con mia moglie avremmo provato con terapie immunosoppressive, molto meno invasive”. E pensare che il padre di Lisa raccontò che la portarono in quell’ospedale “pieni di fiducia, perché sapevamo che ci lavorava il professor Locatelli”. Invece poi successe di tutto durante i tre ricoveri di Lisa. (Continua a leggere dopo la foto)

Dopo atrovi interventi e altrettanto atroci agonie, Lisa muore il 3 novembre del 2020. Cosa disse Locatelli ai genitori? “In Germania ci hanno fatto uno scherzetto”. E ora quello che anche le autorità si chiedono è: “Poteva non essere al corrente di quanto accadeva ai danni della giovane?”. Al direttore sanitario, ricorda il gip, “spettano poteri di gestione della struttura e doveri di vigilanza e organizzazione tecnico-sanitaria, compresi quelli di predisposizione di precisi protocolli inerenti al ricovero dei pazienti, all’accettazione dei medesimi, all’informativa interna di tutte le situazioni di rischio, alla gestione delle emergenze”. Nei prossimi mesi ci saranno dunque nuove indagini.
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