Ma alla fine l’ipotesi di un Mattarella bis prenderà davvero piede? Sarà la conferma dell’attuale presidente della Repubblica la strada scelta dalla formazione giallorossa, il fine comune che terrà unita una coalizione tutt’altro che omogenea e alle prese, anzi, con liti e incomprensioni quotidiane? Possibile, anche se ancora non scontato. Con un’ipotesi a fare capolino in questi giorni concitati: l’idea di prolungare il mandato del Capo dello Stato per prendere tempo e fare i conti con quella riforma del Parlamento che, nel frattempo, è stata approvata soprattutto per volontà dei Cinque Stelle. Una strategia perfettamente nelle corde di una maggioranza che ha fatto del tergiversare un’arte.
L’idea di un prolungamento del mandato di Mattarella ha fatto nuovamente capolino sui giornali in queste ore, rilanciata sulle pagine di Repubblica da Claudio Tito. Il piano si inserirebbe sulla scia di quello che portò al bis di Napolitano, che all’epoca fu scelto più che altro per mancanza di alternative condivise. Stavolta, si tenterebbe di guadagnare altro tempo prezioso nascondendo il tutto sotto argomentazioni istituzionali. La domanda che infatti alcuni onorevoli si pongono è: “Si può eleggere un nuovo Capo dello Stato con un Parlamento la cui composizione è stata sottoposta ad una legge di revisione costituzionale?”. Un quesito dietro il quale i giallorossi sembrano già pronti a nascondersi.
L’elezione del nuovo Capo dello Stato, infatti, è prevista per il gennaio 2022. Con tutta probabilità sarà quindi questo Parlamento, con 950 parlamentari e non 600, a nominarlo. La nuova normativa che taglia di un terzo il numero di deputati e senatori sarà però in vigore dal prossimo novembre e sarà applicata in maniera concreta soltanto dopo in occasione delle prossime elezioni. È giusto, dunque, che siano questi onorevoli a scegliere il prossimo Presidente della Repubblica? La domanda avrebbe anche un fondamento. Ma, senza troppo badare alla risposta, tra i giallorossi si ragiona già su come sfruttare al meglio l’occasione: prolungare il mandato di Mattarella, vista l’eccezionalità del momento, e garantirsi così un’exit strategy preziosa.
Le Camere, in realtà, sono pienamente legittimate a eleggere il successore di Mattarella. Con il diretto interessato che avrebbe tra l’altro già fatto di sapere di non essere interessato a un secondo giro al Quirinale. Resta, però, il patto tra giallorossi: evitare che il prossimo presidente sia una figura anti-europeista, costi quel che costi. Se non sarà Mattarella, dunque, urge trovare un’alternativa. Prendere tempo, in questo scenario, potrebbe essere ancora una volta la scelta più gradita da tutti.
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