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Il piano Draghi sui vaccini: accentrare le decisioni limitando il potere delle Regioni

Pubblicato il 01/03/2021 13:01 - Aggiornato il 01/03/2021 13:02

Aumentare il ritmo, visto che il piano di vaccinazione procede al momento col freno a mano tirato. Senza però fare promesse in termini numerici, anche perché è ormai evidente come l’Europa si sia, ancora una volta, piegata alla volontà delle grandi multinazionali, in questo caso quelle del farmaco, firmando accordi sciagurati di cui stiamo iniziando a pagare il conto. Questo l’obiettivo dichiarato di un Mario Draghi che, nel frattempo, lavora per accentrare su di sé la gestione della pandemia, scavalcando così quelle Regioni dalle quali vede arrivare troppa confusione in un momento delicato della lotta al Covid-19.

Al momento, però, Palazzo Chigi ha detto no alla proposta arrivata da Forza Italia di nominare una figura a capo della catane di comando nella battaglia sanitaria. Il modello Arcuri, insomma, non piace, con il commissario che a breve sarà costretto a un passo indietro e finirà a occuparsi, come amministratore delegato di Invitalia, della logistica di dosi, forniture e contratti. Anche perché sulla testa di Arcuri aleggia un’inchiesta per lo scandalo della maxi-fornitura di mascherine pagate a prezzo spropositato dall’Italia, una vicenda nella quale il commissario si dice parte lesa ma che non migliora certo la sua reputazione, pessima.

Il piano Draghi sui vaccini: accentrare le decisioni limitando il potere delle Regioni

I poteri di Arcuri finiranno in buona parte in mano alla Protezione civile, guidata ora da Fabrizio Curcio. Con Draghi che è deciso a sottrarre potere decisionale alle Regioni per accentrarlo e adeguare le differenti velocità tra un territorio e l’altro, con alcune zone visibilmente più avanti di altre nel programma di vaccinazione della popolazione locale. Nel frattempo, il nuovo premier continua a chiedere all’Europa di fare pressione sui colossi del farmaco per far sì che liberino i brevetti per la produzione domestica, fermando l’export in caso di mancato rispetto degli accordi su consegne e quantità.

Il piano Draghi sui vaccini: accentrare le decisioni limitando il potere delle Regioni

Consapevole della frittata ormai fatta, con le case farmaceutiche che hanno potuto sistemare comodamente i bilanci grazie agli incassi, miliardi, arrivati dai vari governi d’Europa, Draghi spera così di sbloccare la situazione prima dell’autunno, stagione critica durante la quale, secondo le previsioni degli esperti, potrebbe esplodere la tanto temuta terza ondata. Il tutto mentre il Regno Unito, libero dalle logiche che ingabbiano i Paesi Ue, ha già iniziato il suo graduale ritorno alla normalità. La Brexit, a posteriori, si è rivelata una vera mano santa per i cittadini d’oltremanica.

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