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Il governo litiga sulla scelta dei viceministri: la crisi, in fondo, può aspettare

Pubblicato il 01/09/2020 10:20 - Aggiornato il 01/09/2020 10:21

Otto viceministri individuati, in realtà, da tempo. Da 11 mesi per la precisione, quasi un anno. Eppure nominati con decreto soltanto in queste ore perchè, nel frattempo, all’interno della maggioranza andava in scena l’ennesimo, duro scontro sulle deleghe. Una situazione surreale che ha visto alla fine Conte inviare alla Camera i decreti necessari soltanto il 14 e il 25 agosto. E che ancora una volta accende i riflettori sulla fame di potere di Pd, Italia Viva e quel Movimento Cinque Stelle ormai sempre più a suo agio all’interno dei palazzi che contano. Senza troppo stare a badare al fatto che, nel frattempo, c’è un Paese in crisi che chiede risposte con urgenza.

Il governo litiga sulla nomina dei viceministri: la crisi, in fondo, può aspettare

Grazie all’annuncio fatto a Montecitorio si è appreso, per bocca del premier: “È stato attribuito il titolo di viceministro ai sottosegretari di Stato presso i medesimi dicasteri, senatore Vito Claudio Crimi, onorevole dottor Matteo Mauri, onorevole dottor Stefano Buffagni, signor Giovanni Carlo Cancellieri e senatore professor Pierpaolo Sileri”. È stata poi comunicata la nomina a sottosegretario di Stato per l’Università a Giuseppe De Cristofaro, che abbandonerà quindi il ruolo di sottosegretario per l’Istruzione, ed è arrivato il via libera per le deleghe di viceministro agli Esteri dei sottosegretari Emanuela Claudia Del Re e Marina Sereni. Stesso percorso all’Istruzione per Anna Ascani.

Il governo litiga sulla nomina dei viceministri: la crisi, in fondo, può aspettare

La partita, in realtà, è stata però estramemente complicata su tutti i fronti, senza eccezioni. Attraverso le pagine de La Verità Alberto Di Majo ricorda ad esempio il caso di Pierpaolo Sileri, medico e professore all’università Vita-Salute San Raffaele di Milano. Nominato sottosegretario al ministero della Salute il 16 settembre 2019, ha visto arrivare le deleghe soltanto il 23 maggio 2020. Otto mesi dopo. Sempre a settembre dello scorso anno era stato indicato come viceministro, ricevendo l’investitura il 14 agosto scorso. Nove mesi di attesa in piena emergenza sanitaria ed economica.

Il governo litiga sulla nomina dei viceministri: la crisi, in fondo, può aspettare

Gli scontri tra gialli e rossi sono stati nel frattempo costanti, continui. Sulla delega al Commercio estero per esempio sono stati grillini e renziani a suonarsele, con Manlio Di Stefano che alla fine si è imposto su Ivan Scalfarotto. Pd e 5S sono stati invece impegnati nella ricerca di una difficile intesa alle Infrastrutture e Trasporti sulle competenze che il ministro De Micheli doveva assegnare al vice Giancarlo Cancellieri, un empasse che ha tenuto bloccate le deleghe del viceministro allo Sviluppo Econimico Stefano Buffagni fino ai giorni scorsi. Un intreccio di competenze e nomine più ingarbugliato che mai. Del quale agli italiani forse interessa poco. Ma che, di contro, è in cima alla lista delle priorità del governo. La crisi, in fondo, può aspettare.

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