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Il Foglio: “I talk in tv non siano cassa di risonanza per no vax e no pass”

Pubblicato il 01/09/2021 12:03 - Aggiornato il 01/09/2021 13:54

Una discriminazione ormai costante, quotidiana. Che segue un copione preciso: chi non accetta il sacro verbo di virologi ed esperti al seguito del governo, esprimendo dubbi in merito a vaccini e cure anti-Covid in realtà condivisi anche da tanti scienziati, finisce per essere bollato in fretta e furia come “no vax”. E quindi emarginato, indicato come individuo pericoloso, la cui opionione, come fosse un veleno, non va fatta circolare. Con giornalisti e opinionisti concordi nell’invocare il bavaglio.

Il Foglio: "I talk in tv non siano cassa di risonanza per no vax e no pass"

Succede, così, che il direttore de Il Foglio Claudio Cerasa detti la linea da seguire nelle prossime settimane, quando “ci sarà un test importante per misurare le capacità del nostro Paese di governare con fermezza le bufale no vax per verificare se un pezzo di classe dirigente italiana riuscirà o no a resistere alla tentazione di offrire una poderosa cassa di risonanza alla minoranza no vax e no green pass”. Con riferimento al ritorno della stagione dei talk show in prima serata.

“I conduttori dovranno compiere una scelta non secondaria – conclude Cerasa – far diventare più grandi di quello che sono i professionisti del complottismo, come è probabile che facciano tutti i talk show Mediaset, o offrire loro solo un piccolo diritto di tribuna evitando con attenzione di dare alle opinioni no vax la stessa dignità delle opinioni si vax”. Le opinioni, insomma, non hanno e non devono avere lo stesso peso, secondo il direttore del Foglio. Né tantomeno lo stesso spazio sul piccolo schermo.

Considerando la facilità con cui, oggi, si viene inseriti a forza nel generico calderone dei “no vax” non appena si prova a esprimere un’opinione vagamente discordante, mettendo per esempio in discussione la reale efficacia dei vaccini nel contrastare il Covid, il risultato non può che essere quello di una tv dove solo chi si allinea al pensiero unico del governo e dei santoni-virologi può trovare spazio. Per gli altri, inevitabile, deve scattare la censura.

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