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I sondaggi bocciano Conte: il suo è il governo “della confusione”

Pubblicato il 19/10/2020 13:57 - Aggiornato il 19/10/2020 13:59

Se il governo giallorosso fosse la linea di un grafico, avrebbe un andamento schizofrenico, fatto di picchi continui in direzioni opposte. Una sensazione ben scolpita ormai anche nella testa degli italiani, che faticano a trovare una direttrice comune nell’operato di Conte & co.: si procede a strappi, con fughe avanti e indietro e dichiarazioni dei singoli che cozzano con quanto dichiarato da altri esponenti dello stesso esecutivo. Col risultato di disorientare, come rilevato dalla società di consulenza internazionale, politica e aziendale Spin Factor che ha realizzato per Il Giornale un’analisi sulle sensazioni dei cittadini.

La comunicazione del governo è sembrata a molti deficitaria, poco chiara. Con errori che hanno spinto gli italiani a usare con maggiore frequenza la parola “restrizioni” e non è un caso se, tra le 25 parole più frequenti usate su social e web, compaia anche “libertà”. Il 27,59% dei post e dei commenti è contrario a queste restrizioni e teme pesanti conseguenze sull’economia. Il 48,19% ha, invece, posizioni neutre, cioè non espressamente schierate o ambigue. Per l’amministratore di Spin Factor Tiberio Brunetti “il nuovo quadro di emergenza sanitaria coincide con una serie di nuove restrizioni che non sono state spiegate subito in maniera chiara e questo ha disorientato molto gli italiani”.

La ricerca delle parole più utilizzate evidenzia anche la predominanza di termini come “emergenza” e “lockdown”. Paura, insomma, per quello che potrebbe succedere giorno dopo giorno, con la sensazione che le regole di oggi potrebbero essere superate nel giro di pochissimo, sostituite da altre più stringenti. “La percezione sulla pandemia – ha aggiunto Brunetti – è tornata ai livelli del primo lockdown, quando le parole più utilizzate erano quelle legate alla salute. Successivamente, in coincidenza con il calo dei contagi, a tenere banco era stata la richiesta di sicurezza economica”. A perdere colpi in questo contesto è anche la figura del premier Giuseppe Conte.

Un premier nervoso, che si è reso protagonista di diversi siparietti in cui, piccato, se la prendeva con la stampa che chiedeva lumi sull’operato del governo. E spesso in disaccordo con altri illustri esponenti giallorossi. Zingaretti spinge per il Mes, sostenendo che i soldi servano e subito, Conte ribadisce il suo no. Speranza parla di “segnalazioni dei cittadini” per controllare il rispetto delle direttive all’interno delle abitazioni, Palazzo Chigi smentisce che si voglia fare affidamento sulle “soffiate” degli italiani a danno dei vicini. Insomma, ognuno va per la sua strada e il presidente del Consiglio non riesce più a trovare una sintesi che metta d’accordo tutti. E c’è chi avanza il sospetto che sia ormai più preoccupato della propria carriera politica futura che dell’azione del suo stesso esecutivo.

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