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I soldi del Recovery? Neanche sono arrivati che già la Ue se li riprende. Cosa succede

Pubblicato il 24/05/2022 09:22

Un’Europa totalmente nel caos, incapace di stabilire un tetto al prezzo del gas, incoerente con le sue stesse decisioni in merito al pagamento del metano in rubli e travolta da una crisi energetica che, nonostante le tante rassicurazioni, rischia di far precipitare il continente intero nella recessione. Il conflitto in corso in Ucraina ha sottolineato ancora una volta tutti i problemi in seno a Bruxelles, con l’Italia che, come sempre, si trova a pagare un altissimo prezzo per l’incapacità altrui. E rischia di trovarsi, nel corso delle prossime settimane, con altre, spiacevolissime sorprese tra le mani.

Il vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans ha parlato in queste ore della strategia per uscire dalla crisi:”Dobbiamo creare la nostra sovranità energetica” attraverso l’uso di fonti “rinnovabili”, riconoscendo che su questo fronte l’Italia ha “una potenzialità enorme. Non bisogna ritornare più al sistema di prima, perché anche dopo la guerra ci sarà un problema di instabilità”. La parole d’ordine, insomma, è sempre la stessa: rendersi indipendenti dall Russia. Un obiettivo che, però, secondo gli analisti è decisamente fuori portata, almeno nel breve termine.

Secondo Timmermans i pilastri del piano europeo saranno tre: diversificazione dei fornitori, maggiore produzione da fonti rinnovabili e risparmi energetici. Tutte soluzioni a lungo termine, non certo immediate. Nel frattempo, come spiegato da Il Tempo, si va avanti con i il programma RePowerEu, al quale sono stati destinati ben 300 miliardi di euro presi da altre voci del bilancio dell’Ue. Per implementare i progetti previsti sul fronte energetico, quindi, si taglierà altrove, a partire da quel Recovery Fund che avrebbe dovuto aiutare i Paesi a rialzare la testa dopo la pandemia. Sbandierato per mesi come prova della ritrovata generosità di Bruxelles, sarà ora privato di 225 miliardi.

La somma prelavata dal Recovery serviranno ad aiutare in primis quei Paesi che ancora non avevano fatto richiesta per accedere agli aiuti stanziati per la pandemia, e che avranno invece ora risorse preziose per far fronte alla crisi energetica. Non l’Italia, che aveva invece già domandato quanto le spetterebbe e si troverà, con tutta probabilità, a non ricevere altri sostegni. Il rischio, insomma, è che di qui a breve l’Europa ci lasci con un pugno di mosche in mano, come d’altronde ormai da triste abitudine. Per quanto riguarda le altre risorse destinate al RePowerEu, 26,9 miliardi saranno prelevati dal Fondo di coesione, altri 7,5 dagli stanziamenti per la Politica agricola comune. Infine, 20 miliardi arriveranno dal sistema dello scambio delle quote di emissione.

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