x

x

Vai al contenuto

I grandi aiuti dell’Ue? Una miseria. All’Italia quest’anno arriveranno solo 2 miliardi

Pubblicato il 06/06/2020 11:02 - Aggiornato il 06/06/2020 13:51

A star sentire certi premier dall’entusiasmo facile, l’Italia non ha che da aspettare di essere inondata di soldi da un’Europa che, attraverso l’annunciato Recovery Fund, ha messo proprio il Bel Paese in cima alla lista degli Stati da aiutare per far fronte a una crisi economica senza precedenti. Un fiume di denaro che permetterà innovazione, opere pubbliche, ammodernamenti vari in ogni settore, con un grazie sentito all’Ue e al suo buon cuore. Le cose, però, sono in realtà “un filino” diverse. A partire proprio dalle somme stanziate dal piano voluto dalla Commissione, quel Next Generation Ue che in teoria dovrebbe portarci in dote ben 172 miliardi sui 750 stanziati tra contributi a fondo perduto, prestiti e garanzie.

I grandi aiuti dell'Ue? Una miseria. All'Italia quest'anno arriveranno solo 2 miliardi

L’Osservatorio sui Conti Pubblici della Cattolica, guidato da Carlo Cotarelli, ha infatti diffuso in queste ore dei conti decisamente diversi, emersi da uno studio condotto da Giampaolo Galli: “L’Italia risulta assegnataria di 153 miliardi di euro – si legge nel report – di 88,4 miliardi di trasferimenti, 51 miliardi di prestiti e 13,6 miliardi di garanzi”. Una cifra diversa da quella annunciata dal governo, che probabilmente inserisce nel totale anche i 69 miliardi di risorse stanziate per finanziare i vecchi programmi già esistenti. A far storcere il naso, però, non è tanto la differenza sul totale, pure non di poco conto, quanto piuttosto la miseria di cui il nostro Paese potrà beneficiare nel 2020.

I grandi aiuti dell'Ue? Una miseria. All'Italia quest'anno arriveranno solo 2 miliardi

Il rischio è che, alla fine della fiera, quando gli annunci trionfalistici avranno lasciato spazio alle calcolatrici la cifra sui cui mettere le mani per l’anno in corso non sarà superiore ai 2 miliardi. Nient’altro. Provenienti dal Solvency Support System destinato alla ricapitalizzazione delle imprese con garanzie della Bei e dal React, le cui risorse possono essere investite per aiutare la sanità, le piccole imprese e settori in crisi come turismo o cultura. Questi due sono gli unici strumenti in grado di dare all’Italia qualcosa subito, il resto (ovvero il mastodontico piano riassunto nel nome di Recovery Fund) arriverà a partire dal prossimo anno e in maniera progressiva.

I grandi aiuti dell'Ue? Una miseria. All'Italia quest'anno arriveranno solo 2 miliardi

Non proprio i tempi celeri annunciati in queste settimane di esultanze immotivate, insomma. Piuttosto, una lentezza decisamente fuori luogo in un momento così delicato, con la Banca d’Italia che ha sottolineato ancora una volta come il Pil potrebbe crollare anche del 13% sotto i colpi della pandemia. Considerando i tempi lunghissimi, al governo non resterà che una soluzione: riproporre il mai tramontato Mes, di fronte al quale gli esponenti dell’esecutivo Conte storcono il naso in pubblico senza pronunciare mai, però, un “no” definitivo. Non resta che aspettare qualche giorno e il Fondo Salva-Stati sarà di nuovo, agli occhi di tutti, “l’unica soluzione possibile”.

Ti potrebbe interessare anche: https://www.ilparagone.it/attualita/per-il-40-degli-italiani-e-impossibile-pagare-il-mutuo-ecco-i-numeri-di-un-disastro-economico/