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“Ho quasi perso mia madre per colpa del Green pass”. La drammatica storia di una famiglia, a ottobre del 2022

Pubblicato il 13/10/2022 08:52

Continuano le storie terribili del post-Covid. Tra vaccini che hanno creato danni collaterali permanenti e a volte letali, licenziamenti avvenuti a causa degli obblighi speranziani e una Sanità distrutta dalla gestione pandemica. Oggi riprendiamo una vicenda drammatica riportata da La Verità, giornale a cui Giovanni (nome di fantasia scelto dal giornale) ha raccontato la sua odissea: “Questa è la conseguenza del Green pass”, esordisce l’uomo di 51 anni nell’indicare la causa prima della disavventura che ha visto protagonista il suo nucleo familiare. “I fatti sono avvenuti in Lombardia, a cavallo tra venerdì e sabato della scorsa settimana. Sono le ore 23 circa del giorno 7 ottobre quando la signora Ada di 82 anni, madre di Giovanni, dà segnali preoccupanti circa la sua salute”, purtroppo perfettamente in linea con le sue condizioni. “Io e mio fratello decidiamo di chiamare l’ambulanza perché vediamo mia madre con una impressionante caduta cognitiva, legata all’uso di oppiacei per i dolori che lei normalmente accusa”, spiega l’uomo alla Verità, esibendo anche la documentazione e i referti ufficiali che certificano l’intera vicenda. Chiamato e arrivato il mezzo di soccorso, la signora Ada viene portata in ospedale su una sedia a rotelle. E qui accade il fattaccio. (Continua a leggere dopo la foto)

“Non si reggeva neppure in piedi”, puntualizza il figlio il quale, giunto alla struttura ospedaliera, il San Gerardo di Monza, chiede di poter stare con l’anziana madre, in quel momento in evidente stato confusionale. L’uomo viene, però, fermato al triage in quanto sprovvisto del Green pass. Roba da non crederci a ottobre del 2022. Consapevole della drammaticità della situazione, egli comunque si offre di tener compagnia ad Ada, di cui ben conosce lo stato di demenza senile di cui soffre, aggravato dalla vasculopatia (il mancato afflusso sanguigno al cervello) anch’essa registrata da chi le stava prestando soccorso in quel momento. Tuttavia, dinnanzi alle rassicurazioni del personale presente e all’attesa prospettatagli, di diverse ore, decide di far ritorno alla propria abitazione. Alle ore 2 del mattino, l’uomo riceve una prima telefonata dall’ospedale con la quale i medici di turno gli chiedono posologia e farmaci relativi assunti dalla madre che, in ragione del suo stato, non è in grado di fornire ai medici tali informazioni. (Continua a leggere dopo la foto)

Poco meno di due ore dopo, l’uomo viene nuovamente contattato al telefono dal nosocomio della città capoluogo della Brianza, ma stavolta per una comunicazione ben più drammatica: l’anziana madre non si trovava più. “La paziente si allontana dall’area medica. Si allerta il figlio visto il quadro iniziale di deterioramento cognitivo”, afferma un documento ufficiale, con tanto di intestazione dell’ospedale monzese, che verrà poi rilasciato a Giovanni. “A quel punto mi precipito all’ospedale”, racconta. Vengono subito alle-tate le forze dell’ordine, per la precisione la polizia di Stato, e alle 3:50 circa, l’anziana viene intercettata e ritrovata, ancora in stato confusionale, riversa per terra. Si trova lungo una strada all’esterno del nosocomio ma, fortunatamente, non è caduta sull’asfalto bensì “nell’unica area verde della zona”. Naturalmente, a quel punto la signora Ada viene riportata in ospedale e medicata, in conseguenza di un trauma riportato “sopra l’arcata sopraciliare”. Poteva andare molto peggio. Tutto questo perché? Per aver impedito a un signore sprovvisto di Green pass, a ottobre del 2022, di assistere la madre anziana in quelle condizioni. Roba da pazzi. (Continua a leggere dopo la foto)

“Questa vicenda dimostra a quali conseguenze può portare la richiesta del Green pass. Se da una parte si intende impedire ad alcuni parenti sprovvisti di tale certificazione di far compagnia ai loro familiari con problemi cognitivi”, aggiunge, “dall’altra si deve però predisporre una organizzazione adeguata affinché episodi come quelli accaduti a me e mia madre non debbano più ripetersi”. La Verità ha contattato poi il San Gerardo e ha avuto conferma dal suo ufficio stampa che il passaporto sanitario è ancora richiesto: “Nelle aree non Covid l’accompagnatore deve esibire il green pass e, nel caso, il documento di riconoscimento su richiesta; questo anche nelle sale di attesa dei dipartimenti di emergenza. Fino al 31 dicembre 2022 la certificazione verde per il Covid rimane obbligatoria”. L’odissea toccata a Giovanni, dunque, potrebbe capitare a molte altre famiglie.

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