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“Ecco perché molti morti si potevano evitare”. L’accusa della Gismondo è un terremoto

Pubblicato il 10/02/2022 11:07

Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze all’ospedale Sacco di Milano è tornata all’attacco sulla malagestione dell’emergenza Covid, lanciando un’altra pesante accusa e facendo sobbalzare sulla sedia tanti familiari di persone che in questa pandemia sono morte. “I morti per Covid vanno distinti da quelli che, invece, muoiono per altre cause pur essendo positivi al Covid”, insiste a ripetere la dottoressa. Sembra una distinzione da poco, ma fa tutta la differenza del mondo. Soprattutto quando si tratta di anime e non di numeri. (Continua a leggere dopo la foto)

La dottoressa Gismondo, ospite della puntata di mercoledì 9 febbraio di “Stasera Italia“, ha ancora una volta lanciato un allarme, così come il collega virologo Matteo Bassetti e tantissimi altri. C’è da dire che la professoressa è stata tra le prime ad accendere una luce su questo conteggio falsato. Tutti gli altri, invece, si stanno accodando solo ora, in una sorta di fuggi fuggi generale dei televirologi che stanno abbandonando Speranza al suo destino. Quel che è ormai acclarato è che la conta dei morti da Covid viene fatta male. “Ormai da quasi due anni dico che i numeri di questa pandemia sono stati calcolati in maniera errata”, attacca Gismondo. (Continua a leggere dopo la foto)

Che poi insiste: “Vorrei sottolineare che ancora negli ospedali si ha questa conta dei decessi senza distinzione tra morti con Covid e morti per Covid”. Oltre a questo, la Gismondo sottolinea l’importanza delle cure che, se somministrate con criterio e nelle giuste tempistiche, possono salvare molte vite. E questo è un punto focale. Perché non è stato fatto? Chi si assumerà a livello politico la responsabilità di queste morti e di questa malagestione? (Continua a leggere dopo la foto)

“Vorrei anche cogliere l’occasione per sottolineare un fattore molto importante di cui non si parla – afferma la dottoressa – Io mi chiedo se alcuni di questi morti, non certamente tutti, avrebbero potuto non essere morti ma guariti se finalmente si usassero gli antivirali e le terapie delle quali si parla poco. Per l’accesso a queste terapie c’è una burocrazia così lunga da vanificare il loro utilizzo”.

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