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“Emergenza gas in Europa? Affari d’oro per Usa e altri Paesi Nato”. La bomba del Sole24Ore che manda in tilt euroinomani e antirussi

Pubblicato il 03/09/2022 11:04

Che dietro la grande emergenza del gas, che in Italia si sta traducendo nel ritorno al “modello Covid” con coprifuoco, restrizioni, controlli di polizia sui termosifoni domestici e smart working, ci fosse una grande, enorme speculazione era chiaro fin dall’inizio. Questa, infatti, è un’emergenza… ma non per tutti. C’è infatti chi sta sguazzando in questa situazione facendo affari d’oro. Come scrive Il Sole 24 Ore, infatti, qualche Paese della Nato nella crisi del gas ha trovato l’Eldorado: “Un’occasione di business irripetibile che genera numeri di denaro non solo oggi – per chiunque abbia combustibile da vendere in Europa – ma anche per gli anni a venire. Perché ha rimesso in moto gli investimenti nel settore e aperto spazi di crescita sul mercato del Vecchio continente, dove fino a poco tempo fa sembrava impossibile scalzare la posizione dominatrice della Russia”. E ora? (Continua a leggere dopo la foto)

La guerra in Ucraina e le sanzioni contro Mosca hanno riaperto i giochi. Spiega Sissi Bellomo: “E i più veloci (ed efficaci) nel cogliere l’opportunità sono stati senza dubbio gli Stati Uniti, esportatoti di gas liquefatto solo da febbraio 2016 e impegnati fin dall’inizio a promuoversi come fornitori su scala globale anche nel Vecchio continente, dove hanno profuso grandi sforzi commerciala e diplomatici per insidiare la supremazia di Gazprom. Non era facile scalzare il fornitore più conveniente e disponibile degli europei che era arrivato a soddisfare oltre un terzo del nostro fabbisogno e il 40% delle nostre importazioni. Ma oggi è un altro mondo. E la sfida lanciata dai produttori americani sembra ormai vinta”. Tanto che ormai sono in molti a credere che dietro l’innesco della guerra in Ucraina ci sia propfio la regia degli Usa che avevano come fine proprio questo stravolgimento del mercato del gas in Europa. E ci sarebbero sempre solo dietro le pressioni sull’Europa per le sanzioni a Mosca che hanno causato la crisi energetica e il disastro economico che ora stanno pagando i cittadini, quelli italiani più di tutti. (Continua a leggere dopo la foto)

Non è un caso, infatti, che oggi da Washington riceviamo volumi di gas che sono quasi il triplo di quanto ci arriva dalla Russia. Le sanzioni adottate dopo l’invasioni dell’Ucraina hanno evitato di colpire in modo diretto il gas. Ma l’Europa ora è decisa a tagliare i ponti con Gazprom. E per fronteggiare il taglio sempre più drastico delle forniture russe, in attesa di soluzioni migliori è aggrappata al salvagente più a portata di mano: quello del Gnl, di cui ha aumentato le importazioni di ben il 60% nella prima metà di quest’anno”. Se 2 + 2 fa 4 non sarà difficile per il lettore intuire ora da dove sono arrivate la maggior parte delle metaniere. Esatto: dagli Stati Uniti. “Così Washington che ha da poco scavalcato il Qatar e l’Australia diventando il maggior produttore mondiale di Gnl ha inviato quasi due terzi di carico in Europa, facendo affari d’oro”. (Continua a leggere dopo la foto)

Ora forse è un po’ più chiaro il quadro e le dinamiche dietro la guerra in Ucraina. Ed è importante sottolineare che a scriverlo in modo così lineare e trasparente non è qualche complottista o sovversivo, ma Il Sole 24 Ore, che conclude: “Unione europea e Gran Bretagna, assetate di gas, hanno più che triplicato gli acquisti di gas made in Usa rispetto alla media del 2021, ottenendo tra gennaio e giugno forniture per 190,9 milioni di metri cubi al giorno”. Anche la Norvegia – altro Paese che come gli Usa fa parte della Nato ma non della Ue – non sta certo soffrendo della situazione. Ha soffiato alla Russia il podio di come primo fornitore dell’Europa. Le cifre incassate da Oslo sono da record: nel solo mese di luglio 12,8 miliardi di euro. Chi è il “cattivo”? La Russia, vero…?

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