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Lo schiaffo di Berlino all’Italia. E alla fine deve ammetterlo anche Draghi: “L’Europa affonda”

Pubblicato il 21/10/2022 08:30

Alla fine deve ammetterlo anche Draghi: l’Europa sta affondando. Per chi sperava ancora nel tetto al prezzo del gas deve rassegnarsi all’ennesima delusione di matrice europea. Non può esserci solidarietà, non può esserci unità d’intenti. Il carrzzone Ue continua a procedere verso il dirupo, con ognuno che tira i cavalli nella propria direzione, fregandosene degli altri. E a dettare legge è sempre e ancora la Germania. L’accordo al Consiglio europeo è ormai un miraggio. Il commento fatto da Mario Draghi sulla bozza delle conclusioni è infatti eloquente: “Non sono equilibrate, non le possono accettare”. E le parole indirizzate alla Germania, pur senza citarla, altrettanto: “Quando qualcuno «potente» dice no al tetto i prezzi salgono, e questo modo di pensare crea danni immensi, perché abbiamo finanziato la guerra di Putin e provocato la recessione”. A frenare su qualsiasi soluzione che preveda un “price cap” sono in primo luogo Germania e Olanda, seguite da Austria e Ungheria. (Continua a leggere dopo la foto)

Uno stallo condannato da Draghi che sperava di chiudere la sua esperienza di governo con un’intesa europea. Illuso. Il premier uscente ribadisce che una misura è indispensabile per tutelare il mercato europeo e l’unità politica dell’Unione. Unità che non è mai esistita e mai esisterà, e da cui l’Italia per sopravvivere deve liberarsi il prima possibile. “È urgente – ha avvertito – adottare misure quali il price cap e la riforma del mercato elettrico. Il rischio è quello di una frammentazione del mercato se i Paesi con maggior spazio fiscale operano in autonomia. Ci viene chiesta solidarietà nella condivisione dell’energia, ma non c’è solidarietà sui prezzi”. (Continua a leggere dopo la foto)

Una posizione condivisa dal presidente francese Emmanuel Macron, che si mostra in linea con Draghi. “Servono dei meccanismi – è la linea dell’Eliseo – per abbassare i prezzi del gas e dell’elettricità e poi dobbiamo avere più solidarietà finanziaria e a questo titolo chiederemo di avere un’unità con meccanismi di garanzia o di prestiti”. Dunque, un nuovo fondo. Il segno che la lite tra Parigi e Berlino è ormai pubblica. “Dobbiamo trovare un modo di abbassare i prezzi in tutti i Paesi – è la risposta del Cancelliere Scholz -, senza contare sui sussidi pubblici, ma attraverso il mercato. Gli strumenti vanno discussi nel dettaglio perché devono funzionare, nessuno vorrebbe restare senza gas”. (Continua a leggere dopo la foto)

La Germania – spiega Repubblica – teme che le sue aziende non ricevano più rifornimenti a causa del price cap. Parole che certo non sembrano il preludio per un accordo. Ancora più esplicito il premier olandese Rutte che normalmente rappresenta il termometro delle richieste tedesche: “Oggi ci sarà l’accordo sull’acquisto congiunto del gas ma non sul price cap”. E anche il capo del governo ungherese Orban si mette di traverso: “Il tetto al prezzo del gas sarebbe un suicidio”. Insomma, Draghi se ne va ammettendo il fallimento europeo. Se ne fosse accorto prima…

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