GAS ALGERINO: CONVENIENTE?
Dalla settimana del 18 luglio arriveranno in Italia 09 miliardi di metri cubi di gas in più dall’Algeria a seguito del rafforzamento dell’accordo tra Sonatrach ed Eni di cui si è discusso in a margine del IV vertice intergovernativo tra i due Paesi. Il pieno regime è previsto tra il 2023 ed il 2024.
Il gruppo algerino, peró, sarebbe intenzionato a indicizzare i prezzi del gas da mandare in Europa rifacendosi non più al Brent Crude, ma al TTF (uno dei principali mercati di riferimento per lo scambio del gas con sede in Olanda) con un conseguente aumento che porterà la società a massimizzare i profitti soprattutto nel 2027, anno di scadenza dei contratti in essere con Eni. Ora, se vero, da un lato, che l’accordo prevede che si possa arrivare fino a 11 miliardi di metri cubi, dall’altro rimangono, comunque, non sufficienti. Congo, Egitto e Quatar saranno valide soluzioni per il fabbisogno nazionale? A questo si aggiunga tutta la partita interna del potenziamento rigassificatori che pone problemi politici non secondari. Il dato certo è che ci costerà di più di quanto ci offrano in media i contratti dell’Eni con l’azienda russa Gazprom la quale, lo dimenticano i nostri media, è il principale partner di Sonatrach nello sviluppo del giacimento di El Assel la cui produzione è attesa per il 2025. Un’altra vittoria di Pirro del Presidente del Consiglio dei Ministri?
Prof. Daniele Trabucco (Responsabile del Dipartimento Affari costituzionali di Italexit con Paragone)
Avv. Filippo Borelli (Avvocato amministrativista del Foro di Verona).