Tra le tante domande sollevate dalla morte improvvisa di Silvio Berlusconi, scomparso a 86 anni all’ospedale San Raffaele di Milano, ce n’è una che in particolare sta catturando le attenzioni dei mass media: come sarà diviso lo sconfinato patrimonio del Cavaliere? Il riferimento non è, ovviamente, soltanto al semplice denaro e alle tante proprietà, ma anche al lascito politico del fondatore di Forza Italia. Il partito, come spiegato da Claudio Antonelli sulle pagine della Verità, ha un debito superiore ai 100 milioni di euro, garantito tramite fideiussioni della famiglia. Chi, assieme al simbolo, si farà carico legalmente di portare avanti questo progetto? Possibile che a incaricarsene sia Marina Berlusconi, almeno fino alle Europee, ma non mancano i dubbi e i timori all’interno del governo. C’è poi un altro capitolo, quello delle società non quotate. (Continua a leggere dopo la foto)
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Immobili, business secondari, il club calcistico del Monza. Una parte dei beni è in capo alla cassaforte Fininvest ma il grosso, stando alla Verità, sarebbe all’interno della Dolcedrago e la sua controllata Immobiliare Idra. Una scatola che contiene anche Villa Certosa e che avrebbe un valore complessivo superiore ai 3,5 milioni di euro. Il capitolo più corposo dell’eredità di Berlusconi è però un terzo, quello delle tre controllate che valgono, in borsa, circa 3 milioni. (Continua a leggere dopo la foto)
La holding della famiglia possiede infatti il 30% della banca Mediolanum, dal valore di circa 6 milioni di euro, e ha una partecipazione del 53% dentro Mondadori, casa editrice diventata leader del comparto libri e che si appresta a chiudere un 2023 da inconiciare, con addirittura un miliardo di ricavi. E poi c’è l’ex Mediaset, ora Mfe con sede in Olanda. Un tesoretto, quello delle tv, che sembra far gola anche all’estero. (Continua a leggere dopo la foto)
Mentre Mediolanum e Mondadori viaggiano su binari saldi, il futuro di Mfe è tutt’altro che chiaro. E i francesi potrebbero ripartire all’attacco: due anni fa Vivendi, guidata dal finanziere bretone Vincent Bolloré, aveva firmato una pace dopo aver minacciato una vera e propria scalata. Ma il magnate non ha mai abbandonato del tutto l’idea di una campagna di conquista in Italia e non è detto, secondo La Verità, che la morte di Berlusconi non possa dare il là a un nuovo assalto.
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