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La Francia vuole portare l’Italia lontano dagli Usa. Il piano di Macron che guarda a Est

Pubblicato il 20/02/2020 17:02 - Aggiornato il 20/02/2020 17:04

L’Italia sta voltando le spalle agli Stati Uniti e si sta sempre più legando al blocco asiatico? Cosa c’è dietro questa asiatizzazione della nostra nazione? Non solo noi, ma anche e soprattutto la Francia sembra voler sdoganare il binomio-Europa-Usa. Macron infatti guarda con sempre più insistenza verso la Russia e verso la Cina, e su questo fronte sa di poter contare anche sul silenzio-assenso di una parte dell’establishment tedesco. Tenersi stretta la Ue, scaricare la Nato. Come racconta Francesco Galietti su ItaliaOggi è infatti questa “la pericolosa (e fallace) opzione binaria che ha conosciuto ampio risalto nel corso della Munich security conference, l’abituale ritrovo bavarese di feluche, militari e analisti strategici di tutto il mondo. Questa tendenza è alimentata dalla Francia, con la Germania che, in parte, lascia correre e in parte è frastornata dai propri rivolgimenti politici interni”.

Spiega Galietti: “Parigi si fa forte della propria posizione privilegiata nell’architettura di potere europea, e conferma la propria impostazione: scambiare flessibilità economica contro protezione militare offerta alla efebica, demilitarizzata Germania. Parigi, inoltre, vive storicamente con fastidio la Nato, preferendo coltivare il rapporto (antico e profondo) con Washington in bilaterale, e guardando con diffidenza alla Turchia e ai russofobi membri euro-orientali dell’Alleanza. Le critiche alla Nato, da parte di Macron, coincidono con il disgelo delle relazioni tra Parigi e Mosca”.

Continua Galietti: “Nell’imminenza del bilaterale italo-francese a Napoli, non resta che sperare che la messa in discussione della Nato non faccia proseliti al di qua delle Alpi. Per un verso, essa sconfesserebbe l’atlantismo italiano, che, a differenza di quello francese, ha sempre avuto nella Nato un amplificatore di potenza. Per un altro verso, rafforzerebbe l’immagine complessiva di un’Italia fattasi vieppiù penisola eurasiatica”.

Conclude Francesco Galietti: “Agli occhi di Washington, Roma è pericolosamente scarrellata verso est. Sono sempre più vistosi i segnali di eurasiatizzazione dell’Italia, come la riattivazione del bilaterale militare italo-russo sospeso dal 2014. Ma la causa principale della nostra deriva eurasiatica resta il pivot to China del Vaticano, assecondato con forza da Sergio Mattarella, e l’influenza della lobby franco-cinese a Roma”.

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