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“Crosetto ha ragione, va sostenuto”. Anche a sinistra si arrendono all’evidenza: “L’Europa ci stritola”

Pubblicato il 05/01/2023 18:24 - Aggiornato il 23/06/2023 11:53

La sinistra laburista dovrebbe sostenere le posizioni del ministro Crosetto sulle politiche della Bce, sostiene Stefano Fassina. Un insperato e insospettabile assist per Guido Crosetto, nell’occhio del ciclone per le sue dichiarazioni contro le politiche economiche della Bce e le rivendicazioni di indipendenza e autonomia per gli Stati sovrani, espresse nell’intervista di ieri a la Repubblica. “Alcune decisioni provocano effetti negativi perché amplificano la crisi”, aveva affermato il ministro della Difesa, riferendosi alle recenti misure, quali il rialzo dei tassi d’interesse e alla politica restrittiva della Banca centrale europea. Gli dà ragione Stefano Fassina, la cui voce si leva fuori dal coro della sinistra, dove oramai è tutti contro tutti. L’ex viceministro dell’Economia nel governo Letta, nonché membro della segreteria nazionale del PD proprio come responsabile del settore economia, sino al 2015, ha scritto un lungo articolo sull’Huffington Post (anch’esso non certo vicino all’esecutivo attualmente in carica). “Se in Italia vi fosse ancora una sinistra laburista scrive Fassinase il Movimento cinque stelle fosse più avanti nel cammino progressista o se fosse serio il riposizionamento del Pd verso la rappresentanza dell’interesse specifico delle lavoratrici e dei lavoratori”, ebbene dovrebbe sostenere la posizione espressa dal ministro Crosetto. Stefano Fassina ricorda come le argomentazioni di Crosetto coincidano con quanto lui stesso ha affermato, in merito all’annuncio dell’inversione di rotta di Francoforte di fronte all’aumento dei prezzi, “dovuto a fattori esogeni come le interruzioni delle catene produttive internazionali e poi l’aggressione della Federazione Russa all’Ucraina”. (Continua a leggere dopo la foto)

Fassina sinistra Crosetto Bce

Convergendo, da sinistra, sulle posizioni del ministro Crosetto, l’ex parlamentare aggiunge che “non è troppo tardi per invertire la rotta”, ma la sinistra dovrebbe fare il suo mestiere: “Far pagare la guerra a lavoratrici e lavoratori è una scelta politica, non un’inevitabile conseguenza del conflitto scatenato da Putin”. Le analisi più accurate arrivano non soltanto dagli economisti accademici richiamati da Guido Crosetto, tra i quali i premi Nobel Paul Krugman e Joseph Stiglitz e l’ex capo economista del Fondo Monetario Internazionale Olivier Blanchard: “Illuminanti erano anche i threads su Twitter di Victor Constancio, già vice-Presidente della Bce e prima Governatore della Banca Centrale del Portogallo”, si legge ancora sull’Huffington Post. L’innalzamento dei tassi di interesse e l’accelerazione degli acquisti dei titoli di Stato frenano gli investimenti privati, già ridimensionati dalle difficoltà nelle catene di approvvigionamento e dai costi di energia e materie prime. Ne è convinto, dunque, anche Fassina che, con onestà intellettuale, riconosce altresì che “il risultato meccanico della politica economica in atto è la perdita di occupazione e il taglio più a fondo del potere d’acquisto delle famiglie con un effetto modesto sui prezzi”. Di fatto un costo sociale enorme per benefici “minimali”. (Continua a leggere dopo la foto)

È l’ora dei sacrifici, annunciano i leader responsabili e anti-populisti. È ora dei sacrifici ripetono i banchieri centrali; “ma sono sempre gli stessi a doverli fare”, chiosa l’economista. Non ricandidato nel 2022, una volta uscito dal Partito democratico, Stefano Fassina si è avvicinato al Movimento cinque stelle, fondando “Coordinamento 2050. Civico, Ecologista e di Sinistra”, una rete progressista che guarda al partito di Conte.

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