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“Dovranno pagare di tasca propria”. Covid, per i leader leghisti e di forza Italia si mette male

Pubblicato il 05/01/2023 17:05 - Aggiornato il 05/01/2023 17:21

Le assicurazioni non coprono Attilio Fontana e il presidente della Regione Lombardia potrebbe dover sborsare ben 250 milioni di euro. Ma andiamo con ordine. Ricordiamo tutti i primissimi tempi della pandemia, quando la gestione della prima ondata dell’emergenza fu ancora più fallimentare di quanto non sia stata in seguito. E ricordiamo tutti quella lunga teoria di mezzi militari che, a Bergamo, trasportavano le bare dei deceduti. Ancora oggi i famigliari non possono trovare pace, ma si intravede qualche barlume di speranza, in merito alla causa civile avviata davanti al Tribunale di Roma dai familiari di circa duecentocinquanta persone, uccise dalla prima ondata della pandemia nel 2020 in provincia di Bergamo. La causa era intentata contro i vertici della Regione Lombardia: il presidente della Regione, il leghista Attilio Fontana, Giulio Gallera, già assessore regionale alla Sanità e al Welfare (di Forza Italia, poi silurato per lasciare il posto a Letizia Moratti), e diversi funzionari. Ora, gli avvocati di Generali e UnipolSai, le due compagnie assicurative della Regione Lombardia, sostengono con fermezza che non saranno loro a dover pagare, giacché il rischio pandemia non era menzionato in alcun contratto. La polizza, in vigore sin dal 31 dicembre 2016, partecipata al 75 per cento da Assicurazioni Generali e al 25 per cento da UnipolSai, non può, dunque, essere applicata agli eventuali danni provocati dalla pandemia. Ne consegue che, in caso di condanna, saranno Attilio Fontana, Giulio Gallera e i funzionari coinvolti a dover pagare di tasca propria una parte dei 250 milioni complessivamente richiesti, come filtra da fonti regionali, riprese da Today e rilanciate, tra gli altri, da Prima Bergamo. (Continua a leggere dopo la foto)

Assicurazioni non coprono Fontana

Erano stati proprio gli avvocati della Regione Lombardia a chiedere al Tribunale la chiamata in causa delle compagnie di assicurazione, con la relativa richiesta di copertura. Un clamoroso autogoal. Il giudice ha autorizzato la chiamata in causa il 28 marzo 2022 e in questi giorni gli avvocati di Generali e UnipolSai hanno depositato le loro risposte. Il contratto, stipulato al prezzo di gara di 1.067.976 euro per un massimale di 50 milioni, non poteva riguardare “le loro scelte politiche”, che i familiari delle vittime ritengono “errate”, e comunque non prevedeva i danni da pandemia. (Continua a leggere dopo la foto)

Con la Regione Lombardia, sono stati citati anche il ministero della Salute, affidato in quei tragici mesi a Roberto Speranza (Articolo 1), e la Presidenza del Consiglio, con l’allora premier Giuseppe Conte (M5Stelle). Mercoledì 25 gennaio la battaglia legale tra familiari delle vittime, Presidenza del Consiglio, ministero della Salute e Regione Lombardia torna in aula con la prima udienza del 2023.

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