Una tragedia assurda, troppo grande per essere vera, quella che ha colpito la piccola comunità di Acri, in provincia di Cosenza, dove viveva Elena Fiore di 27 anni. La giovane stava vivendo uno dei momenti più belli che nella vita di una donna, incinta e prossima al parto, quando improvvisamente è stata colta da un malore improvviso che si è rivelato fatale. Salvo, per fortuna, il suo bambino, che non potrà però mai conoscere la madre. Tanti, tantissimi gli episodi analoghi che continuano a susseguirsi in tutta Italia da mesi, senza che se ne parli apertamente sulle testate mainstream. Con gli stessi medici che hanno iniziato da tempo a chiedere che si faccia chiarezza e che si indaghi su qualsiasi possibile correlazione con le somministrazioni di massa dei vaccini anti-Covid alla popolazione. (Continua a leggere dopo la foto)
Come ricostruito dalla testata Leggilo, Elena si è spenta al nosocomio di Cosenza, dove è spirata poco dopo aver dato alla luce il suo bimbo. A non lasciarle scampo un malore improvviso che l’ha colpita proprio quando stava per portare a termine la gravidanza. La comunità di Acri, addolorata, ha affisso uno striscione fuori dalla chiesa per ricordarla. (Continua a leggere dopo la foto)
Un cartello sul quale legge una frase che racchiude tutto il dolore, la stanchezza, la delusione e l’esasperazione di cittadini che cercano risposte: “Di tragedie cosi non ne possiamo più”. Elena Fiore si è spenta poco dopo Natale, dopo quattro giorni di ricovero all’ospedale Annunziata di Cosenza, durante i quali è rimasta in coma senza più riprendere conoscenza. (Continua a leggere dopo la foto)
La ragazza era all’ottavo mese di gravidanza quando, nella notte tra il 23 e il 24 dicembre, ha improvvisamente perso i sensi. Immediati i soccorsi e il trasporto al pronto soccorso dell’Annunziata, dove però la giovane donna è giunta in condizioni già disperate. I medici hanno quindi deciso di intervenire immediatamente con un parto cesareo per far nascere il bimbo, che fortunatamente sta bene. Per la mamma, invece, non c’è stato nulla da fare.
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