di Salvatore Cincotta
Quando ci vengono riportati i dati sui contagi, questi fanno riferimento a coloro che volontariamente si sono sottoposti al tampone, ovvero le persone che nel dubbio di avere contratto la malattia o per esigenze di greenpass decidono di sottoporsi al test.
È chiaro che l’incidenza delle persone che lo fanno per vedere se hanno contratto la malattia e coloro che controllano se il covid gli è passato, rende tale campione statistico ”sporco” falsando il rapporto.
Per rendere più chiara questa analisi faccio un esempio:
Se 1000 persone si recano volontariamente al pronto soccorso accusando dolore al petto, tachicardia, per sospetto infarto, è facile che 70 di questi risultani poi infartuati.
Utilizzando questo campione statistico sarebbe corretto dire che il 7% della popolazione italiana ha problemi di infarto?
Sicuramente no, perché il campione analizzato è un campione “sporco” ovvero un campione che già fra i soggetti analizzati in partenza, aveva una elevata probabilità di avere problemi di infarto.
La stessa cosa vale per i dati riferiti al rapporto contagi/tamponi che ogni giorno ci viene fornito come dato attendibile.
Per avere un dato corretto occorrerebbe prendere in esame 10.000 persone scelte a caso fra la popolazione in tutto il territorio nazionale e sottoporlo al test.
Il risultato ottenuto, anche se statistico, potrebbe essere ritenuto sicuramente più attendibile di quelli che ci vengono forniti.