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“Ecco come spennerò gli italiani”: il braccio destro di Gentiloni si candida alla guida del Mes con una surreale lettera. Eccola

Pubblicato il 28/05/2022 11:19

Ci sentiamo ripetere da tempo, soprattutto dagli esponenti del centrosinistra, che demonizzare il Mes sarebbe un grave sbaglio e che le risorse legate a questo prezioso strumento messo a disposizione dall’Europa potrebbe rivelarsi molto preziose per il nostro Paese. Tralasciando le tante analisi di affermati economisti che hanno bollato il Meccanismo Europeo di Stabilità come un trappola, un cappio pronto a stringersi attorno al nostro collo per costringerci a obbedire ai diktat di Bruxelles, l’ennesima conferma della reale natura di questa struttura è arrivata dalla candidatura alla presidenza del Mes di un italiano… che si vanta di essere odiato dagli italiani!

Tra i candidati alla guida del Mes c’è infatti anche un abitante dello Stivale, Marco Buti. Che nel presentarsi, con una lettera scritta il 22 maggio al presidente irlandese dell’Eurogruppo Paschal Donohen, non ha mancato di sottolineare: “Ho dimostrato la capacità di prendere decisioni impopolari che in alcuni casi mi hanno attirato critiche in Italia per essere stato eccessivamente severo”. Non c’è miglior biglietto da visita, agli occhi dei burocrati Ue, che una sana spietatezza, una vocazione al rigore e la determinazione nell’anteporre gli interessi dell’Unione a quelli del proprio Paese.

Come spiegato da Francesco Bonazzi sulle pagine della Verità, l’attuale braccio destro del commissario agli Affari Economici Paolo Gentiloni fa dunque “un punto d’onore di essere criticato in patria per mettere in riga gli italiani e fare carriera a Bruxelles”. Con queste premesse, il futuro di Buti all’interno dell’Unione non potrà che essere radioso. 65 anni, toscano, è un economista con studi a Oxford e Firenze e dal 2008 al 2019 ha ricoperto il ruolo di direttore generale per gli Affari economici e finanziari dell’Unione Europea, prima di diventare capo di gabinetto di Gentiloni. Dalla sua lettera traspare in maniera chiara, cristallina qual è la vera ideologia che muove i colletti bianchi dell’Ue.

Tra i “buoni propositi” di Buti, sempre messi nero su bianco, anche quello di sradicare dubbi e pregiudizi che molti italiani nutrono ancora nei confronti del Mes, pur riconoscendo che “nessun Paese” ha richiesto l’accesso al fondo nel recente passato nonostante l’esplosione della pandemia di Covid e la conseguente crisi economica. Compito di Buti, dovesse essere eletto, sarà quindi quello di tornare alla carica per decantare le lodi di questo strumento, cercando di soffocare le tanti voci di economisti che, invece, da tempo ne sottolineano la reale natura di trappola mascherata da aiuto.

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