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“È morto a causa della vaccinazione”: la clamorosa decisione del pubblico ministero apre le porte ai risarcimenti

Pubblicato il 19/08/2022 09:57 - Aggiornato il 19/08/2022 13:54

Il Covid è entrato prepotentemente nella campagna elettorale in corso. Con il Partito Democratico che ha scelto di candidare tra le proprie fila il ministro della Salute uscente Roberto Speranza, nome che nella mente degli italiani evoca ormai immediatamente parole come “Green pass”, “lockdown” e “obbligo vaccinale”. Al quale ha poi aggiunto anche il virologo Andrea Crisanti, uno dei volti più noti tra gli esperti che durante la pandemia si sono accalcati negli studi televisivi per dire la loro sul virus e sulla migliore strategia per sconfiggerlo. Non a caso quest’ultimo, non appena entrato ufficialmente tra i dem, è subito tornato a invocare prudenza, pronosticando un autunno difficile con contagi in risalita.

Il quadro, insomma, è chiarissimo: dalle parti del Pd la lotta al Covid è vista come uno strumento sul quale insistere in campagna elettorale per raggranellare voti, iniziando fin da subito ad anticipare la necessità di nuovi interventi con la fine dell’estate. Con le misure restrittive pronte nuovamente a fare capolino, in un Paese in cui, invece, degli effetti collaterali dei vaccini si continua a non poter parlare liberamente. Eppure proprio in queste ore è arrivata dai Tribunali una decisione piuttosto eloquente.

Chiamato a pronunciarsi in merito al decesso di un militare dopo la vaccinazione, il pm di Siracusa ha infatti chiesto l’archiviazione delle accuse contro i sanitari che hanno materialmente eseguito la puntura, ma alo stesso tempo ha riconosciuto la correlazione tra il decesso e la somministrazione. Nel caso specifico l’uomo, come ricostruito dopo la morte, era positivo al Covid ma asintomatico, e il mix tra la presenza del virus e la somministrazione gli sarebbe risultato fatale.

Una volta che saranno cadute le accuse contro gli infermieri che hanno somministrato il farmaco, non resterà allora che chiedersi: di chi sono le responsabilità per quanto accaduto? Delle aziende farmaceutiche e dei loro prodotti (nel caso del militare, il vaccino era AstraZeneca)? O di un governo e di un ministero della Salute che hanno obbligato i cittadini a sottoporsi all’inoculazione, calpestando la loro volontà e ignorando i possibili rischi? Domande alle quali, in un Paese normale, farebbero seguito indagini e accuse. Mentre da noi uno dei principali partiti, il Pd, continua a candidare i sostenitori dell’obbligo vaccinale.

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