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Draghi si incorona re d’Italia. Ecco come col Trattato del Quirinale stanno finendo di rubare la democrazia

Pubblicato il 26/11/2021 16:36

Questa mattina si è firmato il Trattato del Quirinale tra Italia e Francia. Su questo documento, tuttavia, aleggia un’inspiegabile alone di segretezza. La Verità ha avuto accesso al testo dell’accordo che già da una prima lettura sembrerebbe emergere un quadro che potrebbe addirittura formare una diplomazia “parallela” rispetto a quella dell’Unione Europea ma anche rispetto a quella interna politica in netto favore di Mario Draghi.

Uno degli obiettivi principali del Trattato del Quirinale, infatti, è quello di istituire un comitato permanente tra Roma e Parigi. Negli undici paragrafi dell’accordo si va dalla giustizia alla Difesa passando per lo spazio fino ad arrivare all’immigrazione.

Ma al di là dei calcoli geopolitici, rimane il fatto che se Mario Draghi riuscisse ad andare al Colle avrebbe in suo possesso uno strumento che nessun tra i suoi predecessori ha mai avuto. Le decisioni geopolitiche prese nell’ambito del Trattato, infatti, passeranno da tavoli diplomatici esterni al Parlamento. Esterni al Parlamento e anche al governo. Ciò significa che a dialogare saranno Eliseo e Colle. In breve, il Trattato potrebbe consentire a chi salirà al Colle di rendere l’Italia una Repubblica presidenziale nella sostanza. A quel punto, non sarà molto importante chi verrà votato da popolo: a Palazzo Chigi resteranno gli avanzi della politica locale. Le incognite pericolose non finiscono qui: se Draghi non va al Quirinale, dato che il Trattato pare essere spinto anche per volontà degli Usa, potremmo perdere il loro appoggio. Se, invece, Parigi ne approfittasse, si ‘mangerebbe’ il nostro mercato interno vanificando le nostre velleità di essere una potenza del G7.