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“Addio all’acqua pubblica”. Ecco come Draghi si prepara a svendere l’acqua degli italiani

Pubblicato il 16/09/2022 09:23 - Aggiornato il 18/09/2022 10:41

Come accade spesso, e con i governi Conte e Draghi ancora di più, dentro i decreti emergenziali ecco che ci infilano di nascosto altre questioni utili a soddisfare i propri lobbisti di riferimento. E così si scopre che con l’urgenza dell’approvazione del decreto Aiuti-bis, necessario per aiutare famiglie e imprese dopo la folle decisione di continuare sulla linea delle sanzioni alla Russia facendo collassare l’intera economia del nostro Paese, ci si ritrova dentro l’inizio della fine dell’acqua pubblica. “L’assemblea del Senato ha ieri approvato la conversione del decreto-legge 9 agosto 2022 n.115: in questo testo ci sono cose gravissime come l’avvio della privatizzazione dell’acqua pubblica”, è la denuncia della consigliera regionale Maria Muscarà del gruppo misto. (Continua a leggere dopo la foto)

“Ormai si stanno appropriando di tutto – dichiara – quando la gente capirà che l’Italia è diventata una ‘penisola privata’, sarà troppo tardi. Energia, autostrade, comunicazione, trasporti, ora anche l’acqua. Con l’art. 14 di questo decreto ‘Rafforzamento della governance della gestione del servizio idrico integrato’, approvato ieri al Senato, apriremo le porte alla ufficiale privatizzazione” dell’acqua pubblica, ossia del “servizio idrico”. Attacca Muscarà: “Il Mezzogiorno, soprattutto la Campania, farà da apripista”. (Continua a leggere dopo la foto)

Continua la consigliera: “Con la scusa che le regioni non sarebbero in grado di gestire al meglio tali servizi, in quanto sono anche andati persi dei fondi del PNRR perché non c’è stato un affidamento dell’ente idrico del servizio pubblico globale, in particolare a Napoli, il governo metterebbe a disposizione società completamente pubbliche che ci aiuterebbero nell’affidamento di tali servizi; in caso di fallimento molto probabile, l’industrializzazione del settore si aprirebbe ad operatori privati, ed ora danno anche tempistiche precise, ossia quattro anni”. (Continua a leggere dopo la foto)

“Anziché investire sull’efficienza del servizio pubblico, continuiamo a favorire le aziende private, con la scusa di inadempienze della politica. Questi giochetti li conosciamo bene e sono serviti negli ultimi decenni proprio per privatizzare tutto, anche l’aria che respiriamo; il punto è che al palazzo sono tutti favorevoli e basterà modificare una legge già esistente”, conclude la Muscarà. La battaglia per l’acqua pubblica, un’altra priorità contro le grinfie del Sistema.

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