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“Depenalizziamo le droghe pesanti”. La controversa misura che scatena lo scontro: i pro e i contro

Pubblicato il 01/02/2023 10:26

Nel 2016 è stata dichiarata emergenza pubblica. Da quel momento a oggi sono stati contati oltre 10mila morti di overdose. Ed ora è allarme vero. La situazione che la ministra delle Dipendenze Carolyn Bennett della provincia canadese della British Columbia ha dichiarato “gravissima”, è ormai fuori controllo e si è trasformata in una vera e propria crisi sociale e sanitaria. Per questo è stata presa una decisione sorprendente e apparentemente in controtendenza: è stato deciso di fare fronte a questa piaga depenalizzando il possesso di piccole quantità di cocaina, eroina, fentanil e altre droghe pesanti. Si tratta di in un progetto pilota basato su 3 anni. La British Columbia diventa così la seconda giurisdizione del Nord America a depenalizzare le droghe pesanti. A iniziare era stoa lo stato Usa dell’Oregon, nel 2020. Ma perché si punta a depenalizzare invece che inasprire? (Continua a leggere dopo la foto)

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Alla base del progetto ci sono studi che dimostrano un drastico calo degli arresti e delle overdosi se le persone, invece di affrontare la prigione, riceveranno informazioni su come accedere ai programmi di trattamento della dipendenza. Il progetto si muove su due binari: da una parte aiutare le persone che fanno uso di droghe invece che punirle, e continuare invece a perseguire gli spacciatori. Da adesso in poi, per tre anni, in British Columbia, dunque, gli adulti trovati in possesso di sostanze fino a un massimo di 2,5 grammi verranno inserite in questo progetto. La polizia, dal canto suo, non sequestrerà loro le droghe, ma si occuperà di arrestare chi le fornisce. (Continua a leggere dopo la foto)

La British Columbiaconta circa 5 milioni di abitanti, di questi circa 6 persone muoiono ogni giorno per le droghe. Un dato che fa rabbrividire, tanto che la ministra Bennet ha anche dichiarato: “Gli effetti di questa crisi di salute pubblica hanno devastato le comunità della British Columbia e del Canada”, per questo la ministra, quando ha introdotto la misura, non ha escluso che questa venga estesa a tutto lo Stato, dove il numero delle vittime ha superato quota 30mila dal 2016. Ci si augura che il progetto elimini lo stigma delle droghe e porti così le persone che ne fanno uso a cercare aiuto, consapevoli che la dipendenza è un reale problema di salute che va curato.

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