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“Ecco come li nascondono”. Decessi post vaccino, la denuncia del luminare: “Così l’assoluzione è ovvia”

Pubblicato il 16/12/2022 13:18 - Aggiornato il 16/12/2022 14:04

Mentre l’Italia fatica a lasciarsi del tutto alle spalle l’epoca degli Speranza e dei Draghi, quando parlare di effetti avversi dei vaccini comportava automaticamente la scomunica, il resto del mondo continua a porsi domande sugli effetti della somministrazione di massa sulla popolazione. Il parlamentare tedesco Wolfgang Kubicki ha chiesto, per esempio, di aumentare il numero delle autopsie sui pazienti colpiti da “malori improvvisi”: “Ogni morte inspiegabile che si verifica a 14 giorni di distanza dalla vaccinazione va registrata come caso sospetto”. In Italia, al momento, procedure del genere non sono previste. La Verità ha intervistato in merito Robbi Manghi, specialista in geriatria spesso interpellato dai famigliari delle persone decedute o con gravi problemi di salute a seguito della vaccinazione anti-Covid: “Soltanto nell’1% di questi casi vengono esegute autopsie. Se non sono richieste d’ufficio, è difficile che i pm le dispongano”. (Continua a leggere dopo la foto)

“Finora – ha chiarito Manghi – il pm si è mosso sempre e solo quando il decesso è avvenuto per reazione anafilattica/allergica al vaccino, con il risultato di una scontata ‘assoluzione’. Perché lo choc non è quasi mai la causa del decesso e se lo fosse non occorre una perizia, risulterebbe evidente dalla sola anamnesi. Si manifesta entro pochi minuti, massimo 30. Tutte le constatazioni di decesso avvenute dopo ore o giorni non possono quindi rientrare in questa tipologia”. (Continua a leggere dopo la foto)

Secondo Manghi, bisognerebbe però non fermarsi a questi episodi ma indagare anche “eventuali reazioni avverse di cui il vaccino può essere responsabile o concausa, in persone con patologie preesistenti. Come le scariche aritmiche ad alta o bassa frequenza, che provocano la morte cardiaca improvvisa. Molti cardiologi mi dicono che soprattutto i vaccini a mRna scatenano eccessi di catecolamine circolanti”. (Continua a leggere dopo la foto)

“Serve l’anatomopatologo che fa l’esame microscopico – ha concluso Manghi – così da poter trovare cellule che intervengono in reazione a un virus o a un vaccino. Non ci si può limitare a dire arresto cardiaco senza ulteriori approfondimenti. Deve essera fatta la ricerca di trombi/coaguli nei capillari estesi in tutto il corpo, entro un massimo di 12 ore”.

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