Sono ore di grande apprensione per le condizioni di Toni Servillo. L’attore napoletano, tra i più bravi e più amati, è stato colpito dal solito “malore improvviso” sul palco di Parigi, proprio mentre era in scena al Teatro dell’Odéon, impegnato ne “Le voci di Dante” di Giuseppe Montesano. Fortunatamente, l’interprete de Il Divo, La Grande Bellezza, Gomorra, È stata la mano di Dio (solo per citarne alcuni) ora pare stia bene, ricoverato all’ospedale Cochin della capitale francese. Le condizioni non sarebbero tali da destare preoccupazioni, filtra dall’ospedale parigino. Secondo le testimonianze raccolte da Sky TG24 dalla viva voce degli spettatori presenti in teatro, all’incirca mezz’ora dopo l’inizio dello spettacolo, l’attore 64enne si è accasciato sul palco e nel cadere ha urtato il leggio, graffiandosi un orecchio. Il malore è stato lieve: al punto che, essendosi ripreso quasi subito e tornato cosciente, avrebbe voluto continuare lo spettacolo, cosa che gli è stata naturalmente impedita, ma lo spavento è stato tantissimo e l’apprensione perdura, specie se ripensiamo alla frequenza elevatissima e anomala con cui quelli che oramai chiamiamo “malori improvvisi”, come se fossero una comune patologia, stanno falciando tante vite, e un po’ in tutto il mondo. (Continua a leggere dopo la foto)
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I portavoce del teatro parigino hanno rassicurato sulle condizioni dell’attore, affermando che “ora sta bene”. Toni Servillo avrebbe dovuto concludere lo spettacolo e tornare in Italia domani, ma non è escluso, anzi pare piuttosto evidente, che il suo ritorno possa ritardare a causa del ricovero e dei controlli a cui è sottoposto. In una ottima settima posizione tra i migliori attori del mondo, secondo il New York Times, Toni Servillo stava inaugurando con “Le voci di Dante” la Passions italiennes, la settimana dedicata alla cultura italiana a Parigi. Lo spettacolo rientra nella produzione del Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa. (Continua a leggere dopo la foto)
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Dopo una serie di altre tappe all’estero è giunto a Parigi con il supporto dell’Istituto italiano di cultura. Frattanto, i soliti sciacalli hanno diffuso in Rete la notizia della sua morte, ma fortunatamente era, come si dice oggi, una fake news.
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