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Daspo, nato per prevenire il crimine, usato per reprimere il dissenso. Ecco come i questori ne stanno abusando

Pubblicato il 05/11/2021 17:05 - Aggiornato il 07/12/2022 18:36

Uno strumento nato per prevenire il crimine si sta trasformando nell’ennesima violenza fatta alla nostra Costituzione.

Con il Daspo comminato a Stefano Puzzer per la sua manifestazione pacifica in piazza del Popolo a Roma, torna prepotentemente alla ribalta il tema della legittima applicazione di una simile misura nei confronti di chi protesta in piazza. E’ impossibile, infatti, non notare un progressivo aumento della repressione da parte del governo Draghi nei confronti di chi è apertamente contrario al green pass.

Il Daspo nasce come misura di repressione della violenza negli stadi: introdotta con la legge 13 dicembre 1989 n. 401 e “perfezionata” da alcune norme seguenti, in breve vieta a un soggetto ritenuto pericoloso l’accesso a luoghi in cui si svolgono manifestazioni sportive. Può essere emesso sulla base di una segnalazione e non necessariamente in seguito ad una condanna penale, poiché viene inquadrata dalla Corte Costituzionale come una misura di prevenzione del reato.

Il Daspo cambia drasticamente veste “grazie” ai decreti sicurezza fortemente voluti da Matteo Salvini, che si proponevano di inasprire le norme relative all’immigrazione clandestina. Se infatti il concetto di Daspo esteso anche alle manifestazioni o a comportamenti potenzialmente pericolosi era già stato introdotto nel 2017 dall’allora ministro dell’Interno Marco Minniti, è grazie al suo successore, il leader della Lega, che la misura si inasprisce: in caso di reiterazione della condotta da cui possa derivare pericolo per la sicurezza pubblica, il Daspo può essere ora esteso a livello temporale per 12 mesi o addirittura due anni, se il soggetto destinatario della misura risulta precedentemente condannato per reati contro la persona o il patrimonio. Non solo: chi non rispetta quanto imposto dal Daspo, può subire l’arresto fino ad un anno. Col secondo decreto sicurezza voluto da Salvini nel 2020, il questore, tramite Daspo, può anche inibire l’accesso a specifici esercizi o locali pubblici a persone denunciate negli ultimi tre anni o condannate anche con sentenza non definitiva per delitti contro la persona o il patrimonio o per delitti commessi in occasione di gravi disordini.

Il Daspo sta vivendo una seconda giovinezza proprio sotto il governo di Mario Draghi, governo del quale fa parte anche il Partito Democratico. Altro esempio eclatatante di applicazione del Daspo è quello denunciato ieri in diretta su Piazzapulita, trasmissione condotta da Corrado Formigli, dal senatore Gianluigi Paragone: sono ben nove i Daspo notificati ai manifestanti Italexit di Milano. Alcuni di loro, addirittura, non possono andare a lavoro senza prima notificarlo alla Questura. Puzzer è solo l’ultimo caso e uno dei più eclatanti di applicazione di questa misura, di cui sono stati destinatari numerosi manifestanti pacifici. Del resto, era pacifico anche il leader dei portuali triestini: si era semplicemente accomodato in piazza del Popolo con un banchetto, rendendosi disponibile al dialogo con le autorità. Un’azione per lo più simbolica, ma immediatamente repressa.

D’altronde, nella “sua” Trieste, piazza calda dei no green pass, con un’ordinanza firmata dal prefetto si stabilisce che fino al 31 dicembre verranno vietate le manifestazioni in piazza dell’Unità d’Italia, teatro di molteplici contestazioni al governo. Il prefetto di Trieste Valerio Valenti ha giustificato questa decisione con il fatto che per lui «prevale il diritto alla salute, che è un bene primario», ricordando il recente aumento dei casi di coronavirus registrato a Trieste. Diritto alla salute che è stato messo da parte, ad esempio, quando a scendere in piazza a migliaia, in decine di città italiane (oceanica la manifestazione di Milano), sono stati i sostenitori del Ddl Zan feriti dall’affossamento del decreto legge contro l’omotransfobia. In quel frangente, nessun prefetto, funzionario di polizia o esponente politico ha sollevato obiezioni. E degli eventuali contagi avvenuti in seguito a queste folte proteste non si ha notizia. E’ chiaro, dunque, che l’applicazione di misure repressive come il Daspo, e non solo, sta diventando vieppiù arbitraria e destinata quasi esclusivamente alla platea che esprime dissenso nei confronti del governo Draghi e del green pass.