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Crisi, insorge il mondo della moda: “Fateci aprire i negozi prima di Pasqua”

Pubblicato il 24/03/2021 13:14 - Aggiornato il 24/03/2021 13:15

Aprire i negozi prima dell’arrivo delle festività pasquali, così da mettere fine “alla discriminazione delle aperture che è in corso”. A chiederlo a gran voce è il presidente provinciale di Federmoda-Confcommercio Giammaria Zanzini, che attraverso le pagine de Il Resto del Carlino si è rivolto al governo per chiedere “un indispensabile contributo sulle eccedenze di magazzino sotto forma di credito d’imposta del 30% sulle rimanenze”.

Una misura, quella invocata da Zanzini, alla quale andrebbe poi affiancato “un supporto economico a fondo perduto”. Ma soprattutto la possibilità “di tornare ad aprire i nostri negozi. Non si comprende il motivo per il quale un negozio di abbigliamento o calzature debba essere compreso tra quelle poche attività costrette, in zona rossa, alla chiusura per decreto, nonostante gli investimenti fatti dagli imprenditori del settore nell’ambito della sicurezza e per il rispetto dei protocolli”.

Stando ai dati in possesso di Federmoda, le imprese alle quali è stata imposta la chiusura percepiranno ‘sostegni’ le cui cifre “vanno dall’1,7% al 5% rispetto alla perdita di fatturato. Ciò significa che chi, per esempio, nel corso del 2020 ha perso 40 mila euro rispetto all’anno precedente percepirà 2 mila euro. Questo è inammissibile e ingiustificabile. Al settore moda serve un sostegno immediato e congruo, soprattutto slegato alla soglia minima del 30% del fatturato, perché le nostre merci sono soggette a rapidissima svalutazione”.

Inoltre, secondo Zanzini, “il -10,7% delle vendite rispetto al 2019 non è dato che si possa associare direttamente al nostro settore, quello del tessile, che comprende abbigliamento, calzature, intimo e pelletteria che di perdite ne contano almeno il quadruplo”. Infine, molti imprenditori hanno trascorso il 2020 cercando di fare fronte agli impegni economici con i fornitori per i contratti firmati precedentemente al Covid, vendendo molta merce sotto costo per fare cassa. Anche se i volumi di vendita ci sono stati, in questi mesi è venuta a mancare la marginalità”.

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