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“Siamo in ginocchio. Uniamoci e blocchiamo l’Italia!” La protesta nazionale di ristoratori, tassisti e commercianti

Pubblicato il 23/03/2021 12:27 - Aggiornato il 23/03/2021 12:33

“Siamo in ginocchio. È l’ora di unirsi e bloccare l’Italia. Ci rivolgiamo a tutte le categorie e ai dipendenti delle nostre aziende, sfiniti dai ritardi della cassa integrazione”, così Pasquale Naccari, portavoce di TNI Horeca Italia (Tutela Nazionale Imprese) e presidente di Ristoratori Toscana, invita a partecipare alla manifestazione nazionale di protesta che si terrà venerdì 26 marzo, a partire dalle ore 10. (Continua dopo la foto)

Naccari spiega: “Dopo un anno di pandemia, nulla è cambiato. Ancora una volta siamo stati presi in giro da tutte le forze politiche. Il Governo deve risarcire i danni subiti dalle nostre aziende, dovute alle chiusure e alle restrizioni anti contagio. Abbiamo già fatto ricorso contro la presidenza del Consiglio e attendiamo l’udienza del 4 giugno, ma nel frattempo abbiamo deciso di tornare nelle piazze”.

La manifestazione che vede unirsi il mondo Horeca a quello dei commercianti e dei tassisti, si svolgerà contemporaneamente nelle diverse piazze italiane di Torino, Milano, Bologna, Firenze, Catanzaro, Roma, Perugia, Napoli, Catania, Palermo, Trapani. Al momento la partenza nel capoluogo della Toscana è prevista da via Simone Martini, a Milano da piazza Luigi di Savoia, a Roma da piazza della Repubblica. Da ogni sito di protesta di tutta Italia partirà un corteo di taxi e mezzi privati e alle dieci scatteranno gli allarmi dei negozi dei commercianti che aderiranno. (Continua dopo la foto)

“In toscana, in particolare a Firenze, i negozi registrano in questi primi mesi del 2021 perdite del 40/50% di fatturato. Entro l’estate ci sarà almeno 1 chiusura su 4, nel settore abbigliamento anche 2 su 4”. Non si può subire silenziosamente la morte delle imprese ed essere ignorati, bisogna agire! Naccari prosegue dicendo: “Il decreto legge Sostegni è una delusione. Arriveranno briciole, totalmente insufficienti a salvare le nostre imprese. Intanto continuiamo a pagare tasse, contributi, utenze e non ce la facciamo più”.