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C’è un terzo uomo nel Qutar-gate. Chi è l’altro Pd finito nell’Euroscandalo. Trema la sinistra

Pubblicato il 16/12/2022 10:23 - Aggiornato il 23/01/2023 08:05

Esce fuori il nome del terzo uomo dello scandalo del Qatar gate. Ed è ormai certo che nelle prossime ore e nei prossimi giorni l’inchiesta si allargherà ulteriormente. Dopo Antonio Panzeri e Francesco Giorgi, ecco spuntare il nome dell’eurodeputato Andrea Cozzolino. Di che partito? Del Pd, ovviamente. Il gruppo aveva una “motivazione prioritaria”: “Il lavoro con il Marocco e il Qatar in cambio di denaro. Il gruppo riceveva pagamenti per le sue attività. E nel 2019 aveva concluso un accordo per effettuare ingerenze a favore del Marocco in cambio di denaro”. Parte da qui – da quello che i magistrati belgi scrivono nel decreto che ha portato all’arresto la scorsa settimana di Panzeri e Giorgi – la seconda fase dell’inchiesta del Qatargate. (Continua a leggere dopo la foto)

Come scrivono Giuliano Foschini e Claudio Tito su Repubblica, “del gruppo, secondo le informazioni che i servizi belgi hanno girato alla Procura, farebbe parte un terzo uomo: Cozzolino, appunto. Che però al momento non è stato indagato perché non ci sono prove di dazioni di denaro”. M soprattutto perché gode dell’immunità da parlamentare. Intanto, però, i magistrati stanno analizzando i computer, i telefoni, le chat sequestrate (recuperando anche, grazie ai sofisticati mezzi a disposizione della polizia belga, quelle cancellate), con l’intenzione di tirare fuori eventuali accuse a carico di Cozzolino per poi chiedere al Parlamento di procedere nei suoi confronti. (Continua a leggere dopo la foto)

Determinante è quello che racconterà il suo assistente, Francesco Giorgi. Se già nel primo interrogatorio davanti al giudice Michel Claise ha parlato per più di dodici ore, ci si aspetta che nuovi dettagli emergano presto. Giorgi a domanda specifica su Cozzolino, cioè se Panzeri avesse mai pagato l’europarlamentare italiano, ha detto di “supporre” che uno scambio ci possa essere stato. Va però anche precisato che ieri il parlamentare del Pd ha respinto con sdegno questa ipotesi. Ha detto infatti: “Sono del tutto estraneo alle indagini. Non sono indagato, non sono stato interrogato, non ho subito perquisizioni né, tantomeno, sono stati apposti sigilli al mio ufficio. Non ho mai perseguito interessi, vantaggi o utilità personali nella mia vita politica”. (Continua a leggere dopo la foto)

Cozzolino sostiene di non aver mai potuto influire né per il Qatar né per il Marocco. E che tutte le sue mosse – come per esempio la mail, pare scritta da Giorgi, nella quale chiedeva al gruppo socialista di ammorbidire la posizione nella votazione sulla mozione contro il Qatar – sono state dettate tutte da volontà politiche. “Non ho mai avuto alcun vantaggio personale e mi batterò per fare piena luce su sospetti infondati”. Cozzolino si dice pronto a essere interrogato ma in questo momento i magistrati belgi nulla possono fare nei suoi confronti senza chiedere l’autorizzazione al Parlamento. Cosa che, appunto, potrebbe accadere a breve, non appena cioè la Polizia concluderà gli accertamenti sui computer sequestrati.

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