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“Covid, nuovi indizi sulla fuga dal laboratorio di Wuhan”: la rivelazione dell’Aifa sulla Cina

Pubblicato il 07/03/2022 09:23 - Aggiornato il 07/12/2022 18:06

Se ne è discusso a lungo, considerata da molti esperti come la più probabile causa della diffusione del Covid prima in Cina e poi in tutto il resto del mondo. Ora, la tesi di una fuoriuscita del virus dal laboratorio della città di Wuhan è stata rilanciata anche dal virologo Giordano Palù, presidente dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), che alle pagine del Corriere della Sera ha spiegato: “Lo spillover con salto di specie animale-uomo potrebbe essere stato compiuto per cause accidentali da un virus del pipistrello sperimentalmente adattato a crescere in vitro”.

Secondo Palù sarebbe suggestivo un dato, “che andrà comunque confermato da ulteriori verifiche di altri ricercatori. Il ceppo prototipo di Wuhan, quello che ha cominciato a manifestarsi in Cina con forme gravi di polmonite, e tutte le varianti che ne sono derivate, anche quelle considerate non interessanti nella classificazione internazionale, presentano una caratteristica affatto peculiare. Nel gene che produce la proteina Spike (quella che il virus utilizza per agganciare la cellula da infettare), appare inserita una sequenza di 19 lettere appartenente ad un gene umano e assente da tutti i genomi dei virus umani, animali, batterici, vegetali, sinora sequenziati. La probabilità che si tratti di un evento casuale è pari a circa una su un trilione”.

La sequenza, dunque, sarebbe stata inserita volontariamente: “Si può ipotizzare una manipolazione effettuata per soli scopi di ricerca, non certo con intenzioni malevole. Non sarebbe la prima volta che un virus scappa per sbaglio da un laboratorio ad alta sicurezza. La finalità dello studio? Ad esempio per scoprire se certi virus di mammiferi, in questo caso del pipistrello, possano avere potenziale pandemico e decifrare quali caratteristiche genetiche vi contribuiscano. Uno scopo nobile dal punto di vista, ne sono certissimo: prevenire uno spillover naturale, cioè l’esatto contrario di quello che magari può essere avvenuto nella realtà. Non è una novità che il laboratorio di Wuhan da oltre una decade si dedichi tra l’altro alla coltura di virus di pipistrelli”.

Per quanto riguarda, invece, l’ipotesi di un passaggio dal pipistrello all’uomo secondo Palù “manca la prova regina che suffraghi l’origine naturale. Da un lato, non si è ancora trovato l’ospite intermedio e dall’altro, RaTG13, il virus del pipistrello Rhinolophus affinis il cui genoma è al 97% identico al Sars-CoV-2, ha scarsa capacità di infettarci. Per validare quale delle ipotesi in campo (spillover naturale o di laboratorio) sia più verosimile, sarebbe quanto mai auspicabile, come più volte richiesto dall’OMS e dalla comunità scientifica, la collaborazione delle autorità cinesi”.

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