Polemiche che ancora non si placano, quelle relative al gran caos ai seggi durante l’ultima tornata elettorale. Con oltre 200 persone segnalate alla Procura di Palermo e le immagini delle sezioni rimaste chiuse causa assenza di presidenti e scrutatori che hanno fatto il giro dei social. La versione ufficiale è che a provocare tanti disagi sia stata una partita di calcio, quella che ha visto il ritorno in Serie B della squadra della città siciliana. I magistrati, però, hanno deciso di aprire un’inchiesta per accertare la legittimità o meno delle rinunce agli incarichi, molte delle quali sarebbero arrivate a poche ore dal voto.
I reati ipotizzati sono l’interruzione di pubblico servizio, il rifiuto di atti d’ufficio e la violazione di una legge elettorale del 1960. A complicare le cose c’è però la coincidenza del voto per le Comunali con quello per il referendum, con gli inquirenti che dovranno capire innanzitutto quali norme applicare. Nel mirino sono finiti i presidenti e gli scrutatori nominati in prima battuta, ma anche i sostituti entrati in gioco dopo le rinunce e che, a loro volta, hanno dato forfait all’ultimo minuto.
Tante le testimonianze degli scrutatori che si sono presentati e che hanno raccontato di turni infiniti per cercare di far fronte alle tante assenze. Con accuse pesanti arrivate nel frattempo da Giovanni Puglisi, rettore emerito dell’Università Iulm di Milano, che all’Adnkronos ha parlato di “misfatto vergognoso” e rivelato un altro dettaglio: “Mi è stato detto che a Palermo i presidenti di seggio vengono scelti da un elenco costituito sulla base delle designazioni dei consiglieri comunali. Nel Terzo Mondo queste cose non accadono perché ci sono gli osservatori dell’Onu”.
E il Viminale? Tace, ufficialmente. Con Luciana Lamorgese che si dice indignata e che è stata però travolta, comprensibilmente, da accuse e proteste. Come spiegato da Libero Quotidiano, però, la titolare degli Interni è riuscita a dribblare abilmente l’inchiesta, salvando anche la poltrona, sostenendo di essersi confrontata con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella per segnalare la situazione di disagio, prima di “intervenire tempestivamente”. Al momento, anche per evitare pericolosi scossoni al governo Draghi, nessuno ha chiesto la testa di Lamorgese. L’ennesima figuraccia, però, è stata consegnata agli archivi.
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