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Coronavirus e inflazione, i due nemici lungo il cammino di un’Italia indebolita

Pubblicato il 27/05/2020 10:36 - Aggiornato il 27/05/2020 10:45

Mentre l’Italia inizia faticosamente a rialzare la testa, cercando di tornare il prima possibilità a quella normalità promessa tante volte dal governo ma ancora lontana, gli effetti dell’emergenza coronavirus e della conseguente crisi economica iniziano pericolosamente a farsi sentire, nonostante le rassicurazioni che stiamo ricevendo in questi giorni. Per capire che qualcosa sta cambiando, basta dare un’occhiata al prezzo dei prodotti più acquistati in questi mesi, i generi alimentari. Il prezzo del caffè, per esempio, è in crescita, con alcuni esercenti che a Vicenza si sono anche accordati per portare il costo di ogni singola tazzina a 1,30 euro. Il segnale di un circolo vizioso i cui effetti saranno visibili in tutta la loro portata soltanto nei prossimi mesi.

Coronavirus e inflazione, i due nemici lungo il cammino di un'Italia indebolita

L’Istat, in queste ore, ha fotografato un costo della vita rimasto invariato, con incremento zero. Ma secondo Panorama, il dato sarebbe il risultato, in realtà, di due forze contrapposte: da un lato la crescita del carrello della spesa, dall’altro il rincaro dei generi alimentari (aumento mensile medio del 2,8), con il costo dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto come disinfettanti o saponi in aumento di un +0,8%. La Nielsen ha segnalato dati diversi, ma che fanno comunque riflettere: un aumento della spesa alimentare del 5,4% pareggiato dal crollo dell’energia. I dati sul settore alimentare rivelano tendenze preoccupanti: il boom degli acquisti online porta infatti inevitabilmente a delle speculazioni, dando l’impressione che l’Italia sia autosufficiente quando in realtà non è così. La mancata organizzazione delle filiere fa lievitare i prezzi ma allo stesso tempo comprime i guadagni dei coltivatori. Non certo segnali incoraggianti, insomma.

Coronavirus e inflazione, i due nemici lungo il cammino di un'Italia indebolita

L’inflazione ha colpito forte sul fronte alimentare anche come conseguenza della corsa all’acquisto delle famiglie italiane durante la fase del lockdown. Coop Italia parla di un comportamento simile a quello fatto registrare durante la guerra, con una corsa alla spesa che ha visto le famiglie andare soprattutto alla ricerca di carne in scatola, minestre liofilizzate, uova, farina e burro. Con una differenza crescente tra chi poteva puntare sulla qualità e chi no e un conseguente aumento del prezzo di alcuni prodotti: i limoni passati da 0,60 centesimi a 1, 50 euro, le fragole arrivate a oltre 7 euro, i cavolfiori saliti del 230%, le uova a +77%, la farina a +80%. Il tutto mentre la Russia fermava le esportazioni di grano e Paesi come il Vietnam quelle di riso.

Coronavirus e inflazione, i due nemici lungo il cammino di un'Italia indebolita

Il reparto che ha fatto registrare scossoni più forti è però un altro, quello dei prodotti per la persona. Con le mascherine e i guanti a far segnare rincari anche del 500%, l’alcol venduto 400 volte in più rispetto al passato (con il prezzo triplicato nel giro di pochi giorni) e la corsa all’acquisto di disinfettanti, tinture per capelli, candeggina, salviette e detergenti. Il tutto mentre le persone si rivolgevano sempre più all’online, contribuendo così all’aumento di costi che le catene di distribuzione tentavano invece di calmierare. Trend che, sommati, danno l’idea di un Paese alle prese con un duplice nemico: da un lato il virus, dall’altro l’inflazione. Entrambi pericolosi, entrambe sfide alle quali non sono state ancora contrapposte delle misure adeguate.

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