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Conte e il Pd sempre più a braccetto: il premier apre le porte del governo a Zingaretti

Pubblicato il 04/07/2020 11:00

La ricetta è sempre la stessa: per salvare un governo da sé stesso, ovvero dall’implosione imminente, non resta che il classico rimpastone in grado di cambiare tutto senza di fatto cambiare nulla, garantendo una stabilità all’insegna della discontinuità o viceversa, punti di vista. Una soluzione che prende sempre più piede all’interno di un governo Conte lacerato e impatassato, immobile ormai su qualsiasi fronte nel bel mezzo di una crisi che chiederebbe, invece, risposte rapide e incisive per aiutare famiglie e lavoratori che annaspano. Con l’ingresso ufficiale nell’esecutivo giallorosso di un nome di peso: quello di Nicola Zingaretti.

Conte e il Pd sempre più a braccetto: il premier apre le porte del governo a Zingaretti

L’ormai pluri-sbandierato rimpasto, del quale tutti parlano come panacea in grado di guarire ogni male, dovrebbe andare in scena durante l’estate, prima dei passaggi delicatissimi di settembre da affrontare, a quel punto, con volti e nomi nuovi ma senza mutare gli equilibri giallorossi. Con Zingaretti pronto a entrare ufficialmente nel governo per assumere in maniera netta il ruolo di leader del Pd, fin qui esercitato in maniera intermittente. E spegnere i riflettori sul suo ruolo di governatore del Lazio che continua ad attirargli contro pericolose polemiche, vedi quelle per il caso mascherine.

Conte e il Pd sempre più a braccetto: il premier apre le porte del governo a Zingaretti

Un passaggio che suonerebbe come un avviso ai Cinque Stelle, con i quali il Pd è ormai in disaccordo su tutto, e a Matteo Renzi: si cambia per tentare il cambio di passo decisivo, prima di arrendersi all’evidenza del ritorno al voto come unica strada percorribile. Fin qui, d’altronde, il bottino è stato magrissimo: dalle infrastrutture alla giustizia passando per la riforma della legge elettorale, nel governo si fatica ormai anche solo a sedersi allo stesso tavolo per discutere, figurarsi realizzare qualcosa di concreto. E i sondaggi che fin qui, durante la pandemia, avevano visto crescere l’appeal del premier Conte iniziano pericolosamente a muoversi in direzione contraria. Bene dunque cambiare subito. O almeno dare l’impressione agli elettori di averci provato.

Conte e il Pd sempre più a braccetto: il premier apre le porte del governo a Zingaretti

Zingaretti potrebbe così finire al ministero del Lavoro o dello Sviluppo Economico, ma la partita è in generale piuttosto complicata. Pd e Italia Viva chiedono la testa della Azzolina, che all’Istruzione continua a inanellare una figuraccia dopo l’altra, mentre Renzi ha messo nel mirino gli Affari Europei. Incastrare ogni tassello è però questione per nulla semplice, considerando che i Cinque Stelle non hanno alcuna intenzione di mutare i rapporti di forza all’interno dello schieramento a sostegno di Conte. Serviranno, insomma, le solite riunioni fiumi, tra proposte, minacce e compromessi. Mentre il Paese aspetta ancora una svolta che, come il personaggio di Godot, sembra non arrivare mai.

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