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I commercianti sono i nuovi poveri: “Presi in giro dal governo”. Chiuse oltre 270mila attività

Pubblicato il 14/12/2020 18:11

I nuovi poveri sono i commercianti. E a certificarlo ora sono i numeri, i quali arrivano a fornirci una fotografia sempre più drammatica. Il Comitato commercianti uniti, che conta oltre 5.000 iscritti in tutta Italia, lancia un allarme che fa raggelare il sangue: “Solo nell’ultima settimana tre colleghi hanno tentato il suicidio”. E la mente balza indietro a contare quanti imprenditori, piccoli e grandi, hanno compiuto il medesimo gesto dall’inizio del primo lockdown a oggi. In tutto questo, il governo continua a essere poco chiaro e poco trasparente. Dicono che i negozi possono restare aperti, poi fanno di tutto per rendere impossibile il loro lavoro. E così, in tanti devono rinunciare anche agli aiuti, un meccanismo perverso che manda all’aria migliaia di famiglie.

“Stamattina ho trovato mia moglie che si era già tagliata una vena. È caduta in depressione, non regge a non lavorare e vedere anni di sacrifici buttati al vento, la nostra attività che ha più di 30 anni è in ginocchio”. “Stanotte mio marito ha abusato di farmaci perché ha paura di perdere la casa. Per lui la chiusura del negozio sarebbe come la morte. Abbiamo sempre pagato tutto e adesso siamo bollati come cattivi pagatori per colpe non nostre. Siamo disperati, non dormiamo la notte, una vita di sacrifici sta per finire”. Sono solo alcuni dei messaggi raccolti dal Comitato e riportati da Il Giornale. Secondo Coldiretti salgono a 270mila i bar, i ristoranti, le pizzerie e gli agriturismi chiusi con le nuove restrizioni per una perdita di fatturato mensile di almeno 5,3 miliardi.

E crescono a 4 milioni i poveri costretti a chiedere il cibo alle mense. Gli ultimi dati del Fondo per indigenti (Fead) registra un aumento di oltre il 40% delle richieste di aiuto agli enti del volontariato. “Fra i nuovi poveri nel Natale 2020 spiega la Coldiretti – ci sono coloro che hanno perso il lavoro, piccoli commercianti o artigiani che hanno dovuto chiudere. Persone e famiglie che mai, prima d’ora, avevano avuto a che fare con la povertà”.

A sposare le proteste e la causa dei commercianti è soprattutto il leader di ItalExit Gianluigi Paragone. Anche ieri, 13 dicembre, a “Stasera Italia” ha portato in tv le istanze dei commercianti e ha attaccato l’ambiguità e l’incapacità del governo: “Se chiudiamo la gente in casa, la gente poi compra su Amazon. Ma attenzione: il rinculo della chiusura è pesante! Diteci se i negozianti possono tenere aperti i negozi oppure no: o una cosa o l’altra. Se i negozi sono aperti, tutti vanno nei negozi, giustamente, rispettando le regole. Se non si può fare, il governo si assuma la responsabilità di privarci della libertà di circolazione, si istituisca uno Stato Etico, e poi se ne pagheranno le conseguenze”.

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