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Come imbrogliano sulle case in affitto. Tutte le trappole per chi cerca un immobile in locazione

Pubblicato il 04/02/2023 11:04 - Aggiornato il 04/02/2023 11:09

La pressione dell’emergenza abitativa che si percepisce nelle grandi città già prima del Covid era piuttosto schiacciante, adesso è aumentata fino a diventare insostenibile. Lo sa bene chi si ritrova a dover cercare una casa in affitto o anche semplicemente una stanza. Ma c’è una questione in più da tenere bene in considerazione: la sventurata possibilità di essere truffati proprio mentre si sta cercando l’abitazione. L’Agi, agenzia italiana, ha raccolto decine di testimonianze di studenti e lavoratori e ha raccontato quelle che sono le truffe più diffuse del settore. Non è poi così difficile infatti rimanere intrappolati in raffinate trappole che colpiscono chi cerca un immobile in locazione. Ecco come ci imbrogliano sulle case in affitto. (Continua dopo l’immagine)

I finti dati a pagamento

Da premettere che diverse agenzie, con il metodo che vi stiamo per spiegare, lavorano onestamente; mentre altre utilizzano proprio questa dinamica, fin troppo semplice, per truffare chi cerca casa. “Come prima cosa vengono pubblicati sui principali portali annunci di case particolarmente interessanti (si riconoscono perché non hanno foto molto dettagliate o raffigurano solo gli esterni, spesso prese da Google Map)”, spiega Agi. L’utente interessato agli annunci chiama l’agenzia per ottenere ulteriori dettagli; ovviamente questa risponderà in maniera del tutto positiva sulla disponibilità dell’immobile: “Certo, è ancora disponibile… e abbiamo molti altri simili di disponibili in zona”. Dopo di ché, e qui arriva la truffa, per avere accesso ai dati dell’immobile e ai dati di altri immobili bisogna recarsi in agenzia e pagare 250 euro. “Va da sé che dopo aver avuto accesso al database e aver ottenuto decine di contatti telefonici, di fatto nessuno degli appartamenti si rivela disponibile come anticipato”. (Continua dopo l’immagine)

L’affittuario indaffarato

Quella dell’affittuario indaffarato dovrebbe essere la più classica delle truffe, particolarmente diffusa a Milano. Il tutto parte da un annuncio particolarmente appetibile: un bell’immobile, in una bella zona a un prezzo del tutto moderato. Nell’annuncio vengono mostrate pochissime foto, solitamente solo quelle dell’esterno. L’utente interessato effettua la chiamata ignaro della truffa. Risponde una persona spesso infastidita che spiega: “Mamma mia, mi state facendo impazzire con queste telefonate! Non ne posso più… anzi, basta, lo affitto al primo che mi manda l’acconto e poi tolgo l’annuncio”. Così parte il primo bonifico, spesso istantaneo. Qualsiasi cosa, pur di bloccare l’immobile. In alcuni casi la truffa non si ferma, l’impostore facendo finta di essersi confrontato con il commercialista richiede un ulteriore bonifico con cui l’interessato dovrebbe versare i due o tre mesi di anticipo.

La coinquilina premurosa

Anche questa è un grande classico delle truffe del settore immobiliare. L’ex coinquilina aiuta il proprietario a trovare un nuovo affittuario. Basta guardare il profilo Facebook della ragazza per capire che si tratta di una truffa: il profilo è stato aperto solo pochi giorni prima, ci sono poche foto, spesso di una ragazza, di bell’aspetto. “In questo caso, la trattativa prosegue poi direttamente con lei, visto che “il proprietario è anziano e non sa usare bene il computer” con l’immancabile richiesta di un acconto. Ovviamente su PayPal o piattaforme che non rendano tracciabile la transazione”.