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Turchia e Cina si comprano il porto di Taranto: l’Italia resta a guardare e pensa solo ai vaccini

Pubblicato il 06/09/2021 11:48

Un governo debole che pensa solo ai vaccini e alle restrizioni e lascia campo libero ai colossi stranieri di colonizzare le nostre infrastrutture principali. È quanto sta accadendo ai porti italiani, Trieste e Taranto soprattutto, con quest’ultimo divenuto banchetto per Cina e Turchia che se lo stanno spartendo come una torta. Come spiega Domani, “nel porto di Taranto non è presente solo la Cina. Di recente anche la compagnia turca Yilport, 13esimo operatore mondiale nel campo terminalistico, ha ottenuto una concessione di 49 anni per il Terminal San Cataldo, mettendo sul tavolo 400 milioni di euro di investimenti per lo sviluppo dell’area”. (Continua a leggere dopo la foto)

Lo scalo di Taranto vanta una posizione strategica nel Mediterraneo ed è uno snodo fondamentale per l’Italia, che però ha deciso di lasciarlo in mano agli stranieri. Scrive ancora Domani: “Non sorprende quindi che fin dal primo momento diversi giornali avessero iniziato a parlare di una possibile partnership tra la turca Yilport e la cinese Cosco, attiva nei settori dei container, della riparazione navi e del turismo. Entrambe le compagnie fanno tra l’altro parte della Ocean Alliance, un’alleanza nata per far fronte ai danni causati dal Covid-19 e che riunisce al suo interno Cosco, Evergreen, Orient Overseas Container Line e la francese Cma Cgm, di cui la Yilport detiene il 24 per cento delle quote”. (Continua a leggere dopo la foto)

La Cma Ggm è stata non a caso la prima compagnia a commissionare una movimentazione al porto di Taranto da quando l’azienda turca ha iniziato a operare all’interno del molo polisettoriale tarantino. La notizia della possibile collaborazione tra la Yilport e la Cosco – segnala ancora Domani – a Taranto è stata invece smentita fin da subito dall’azienda turca, “ma la convergenza di interessi delle due compagnie nello scalo tarantino resta in futuro quindi si potrebbe assistere a una partnership tra le due aziende a Taranto o in altri porti del Mediterraneo che metta insieme logistica turca e commercio cinese al fine di creare delle enclavi da usare come trampolino di lancio per espandere la propria influenza”. (Continua a leggere dopo la foto)

Conclude Domani mettendo l’accento su quanto sia importante “per Turchia e Cina aumentare la propria presenza nel Mediterraneo attraverso gli investimenti nelle infrastrutture portuali a danno ovviamente degli interessi geoeconomici e geopolitici dell’Italia e dell’Unione europea, dimostratasi incapace di mettere un freno all’espansione cinese nel Vecchio continente”.

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