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Chi guadagna più di Tridico? L’ex ministro Bonisoli, “riciclato” così dai 5 Stelle

Pubblicato il 01/10/2020 12:30

Di personalità con “uno stipendio più alto di Tridico” e che occupa posizioni analoghe, per dirla alla Giuseppe Conte, ce ne sono effettivamente diverse, sparse per i vari enti italiane. Ma, e forse questo il premier ha dimenticato di dirlo, non si tratta di un elenco che rende particolarmente onore alla politica nostrana, anzi. Repubblica, per esempio, si è focalizzata sulla figura del presidente del Formez, associazione nata nell’ambito del vecchio assistenzialismo per il Sud e poi dirottata nel campo dei concorsi pubblici. Il vertice, Alberto Bonisoli, nominato dalla ministra Cinque Stelle alla Pubblica Amministrazione Fabiana Dadone, percepisce 142 mila euro lordi l’anno più 30 mila di rimborsi, per un totale di 172 mila. Più di Tridico, come Palazzo Chigi voleva dimostrare. Eppure non mancano, anche in questo caso, diverse ombre.

Chi guadagna più di Tridico? L'ex ministro Bonisoli, "riciclato" così dai 5 Stelle

I dubbi, nello specifico della vicenda, sono più legati alla figura selezionata che al resto. Alberto Bonisoli è infatti ex ministro grillino dei Beni Culturali del primo governo Conte, scomparso dalle scene dopo la rottura al veleno tra i Cinque Stelle e la Lega di Matteo Salvini. A dicembre 2019, di colpo, eccolo tornare alla ribalta, messo a capo dell’associazione. Una decisione motivata “dalla qualificata professionalità, dall’esperienza decennale nel settore della formazione e dell’organizzazione delle pubbliche amministrazioni”. Belle parole, indubbiamente. Che non trovano però riscontro nel curriculum del nuovo presidente.

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Le competenze di Bonisoli, infatti, sembrano concentrate più altrove, per la precisione nel settore della moda e del design. L’ex ministro è stato infatti direttore dell’Accademia di Moda di Milano per ben sei anni, dal 2012 al 2018, e ha ricoperto anche l’incarico di presidente delle scuole di moda italiane e dell’associazione che riunisce le principali istituzioni formative italiane nel campo di arte, moda e design. Tutte attività svolte, tra l’altro, nel mondo del privato. Perché, allora, selezionarlo in base a una sua presunta “esperienza nell’organizzazione delle pubbliche amministrazioni”?

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Il dubbio, arrivati a questo punto, è che più del curriculum a contare sia stata la volontà di non lasciare a secco di poltrone un politico che aveva ricoperto un ruolo di spicco ai tempi del primo governo Conte. Sospetto che cresce considerando anche le scelte fatte da Formez sotto la guida di Bonisoli, come la nomina a direttore generale dell’ingegnere Mauro William Campo, originario di Cuneo come il ministro Dadone ed ex consigliere regionale dei Cinque Stelle in Piemonte. Meglio non pensar troppo male però, almeno stavolta. O si rischia di commettere troppi peccati.

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