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Cellulari a scuola, una rivoluzione. Cambiano le regole e non piaceranno a molti (soprattutto ai ragazzi)

Pubblicato il 07/12/2022 12:36 - Aggiornato il 07/12/2022 13:20

Tra i tanti interventi al vaglio del governo Meloni c’è quello, già discusso molte volte in passato, dell’uso dei cellulari a scuola. Una questione che interessa milioni di famiglie italiane e che ha visto in queste ore il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara prendere una posizione netta: i telefonini in aula non vanno utilizzati. Una presa di posizione netta, quella dell’esponente dell’esecutivo, alla quale faranno seguito regole più stringenti per gli alunni. Come anticipato da Affari Italiani e dal Corriere della Sera, infatti, quella in arrivo sarebbe una vera e propria stretta, anticipata da Valditara davanti alle telecamere di Porta a Porta: “In aula si va per studiare e non per chattare. Nelle scuole italian si devono prevedere misure adatte perché si rispetti quello che è previsto dalle norme e per evitare che in classe si faccia altro”. (Continua a leggere dopo la foto)

Secondo le ultime indiscrezioni, il ministro sarebbe dunque pronto a una nuova circolare per prevedere sanzioni nei confronti di chi utilizza il telefonino in classe. Allo stesso tempo, Valditara ha anche anticipato l’arrivo di misure per contrastare il bullismo: “Non possiamo rimanere inerti. Io ho previsto lavori socialmente utili, anche se ci sono difficoltà giuridiche, ma credo che sia un passaggio necessario perché il ragazzo deve concepire che il suo ego ha dei limiti”. (Continua a leggere dopo la foto)

Valditara ha annunciato anche un piano per la semplificazione: “Con il ministro delle Infrastrutture Salvini abbiamo deciso di istituire un tavolo per eliminare i passaggi burocratici che rallentano la realizzazione delle opere. Stiamo preparando un grande piano per la messa in sicurezza delle scuole”. (Continua a leggere dopo la foto)

Nel dettaglio, il piano prvede un intervento da 953 milioni di euro, da aggiungere agli interventi già programmati con i fondi del Recovery, che prevede poco meno di quattro miliardi di euro per l’edilizia scolastica; “Sono risorse che abbiamo trovato nelle pieghe del bilancio del ministero: risorse programmate e poi non liberate che abbiamo recuperato e usato per sanare questa grande emergenza del nostro Paese”.

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