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“Vaccinati infettati da Delta hanno viralità simile ai non vaccinati”. Lo studio che uccide il Green Pass

Pubblicato il 30/07/2021 13:03

La variante Delta è molto contagiosa, e ora viene paragonata per questo alla varicella. Si tratta praticamente di un virus totalmente nuovo, e si è scoperto che i vaccinati, infettati con la variante Delta, hanno viralità simile ai non vaccinati infetti. Partendo da questo presupposto ora è lecito interrogarsi sull’utilità dei vaccini e soprattutto di questa campagna vaccinale forzosa se viene stabilito dalla scienza stessa che anche i vaccinati sono “scoperti”. Inoltre, questo nuovo studio smonta così la logica del Green pass. Il documento in questione è del Cdc americano e avverte che le infezioni Delta sono più gravi. Il documento sanitario federale interno sostiene che i funzionari devono “riconoscere che la guerra è cambiata”. Ed è sulla base di questo studio che sono arrivate le dichiarazioni del dottor Fauci che hanno scatenato molte polemiche perché hanno sostanzialmente bombardato e distrutto tutta la narrazione di “regime” adottata fin qui. Le carte, insomma, ora sono scoperte. E non si può più parlare di complottismo e no-vax. (Continua a leggere dopo la foto)

Il documento è una presentazione interna dei Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie, condivisa all’interno del Cdc e pubblicata in esclusiva dal Washington Post. Secondo noi è utile riprenderla e metter in luce i punti più importanti. L’analisi della principale agenzia di sanità pubblica degli Usa dimostra che gli individui vaccinati infetti da delta possono essere in grado di trasmettere il virus con la stessa facilità di coloro che non sono vaccinati. Le persone vaccinate infette da delta hanno cariche virali misurabili simili a quelle che non sono vaccinate e infettate dalla variante. Gli scienziati del Cdc erano così allarmati dalla nuova ricerca che l’agenzia all’inizio di questa settimana ha modificato in modo significativo le linee guida per le persone vaccinate anche prima di rendere pubblici i nuovi dati. (Continua a leggere dopo la foto)

È chiaro, dunque, che il modello di Green Pass, e le restrizioni a esso collegate, che sta varando il governo italiano è totalmente scriteriato e privo di logica e basi scientifiche. I dati e gli studi citati nel documento hanno svolto un ruolo chiave nelle raccomandazioni rinnovate che richiedono a tutti, vaccinati o meno, di indossare maschere al chiuso in ambienti pubblici in determinate circostanze. Una delle diapositive afferma che esiste un rischio più elevato tra i gruppi di età più avanzata di ospedalizzazione e morte rispetto ai più giovani, indipendentemente dallo stato di vaccinazione. Un altro stima che ci siano 35.000 infezioni sintomatiche a settimana tra 162 milioni di americani vaccinati. (Continua a leggere dopo la foto)

Il Cdc riconosce dunque che le infezioni più lievi potrebbero non essere così rare e che gli individui vaccinati stanno trasmettendo il virus. “Sebbene sia raro, riteniamo che a livello individuale le persone vaccinate possano diffondere il virus, motivo per cui abbiamo aggiornato la nostra raccomandazione”, dice un ufficiale sanitario federale, che ha parlato a condizione di anonimato perché non erano autorizzati a parlare pubblicamente. Matthew Seeger, un esperto di comunicazione del rischio presso la Wayne State University di Detroit, ha affermato che la mancanza di comunicazione sulle infezioni da Delta si è rivelata problematica. Poiché i funzionari della sanità pubblica avevano sottolineato la grande efficacia dei vaccini, rendendosi poi conto che non sono perfetti. (Continua a leggere dopo la foto)

Il documento include dati Cdc provenienti da studi che dimostrano anche che i vaccini non sono efficaci nei pazienti immunocompromessi e nei residenti delle case di cura, aumentando la possibilità che alcuni individui a rischio necessitino di una dose aggiuntiva di vaccino. Il documento interno contiene alcune delle informazioni scientifiche che hanno indotto il Cdc a modificare la guida. Il briefing del Cdc cita anche dati visti provenienti da studi di altri paesi, tra cui Singapore, città altamente vaccinata, dove secondo quanto riferito il 75% delle nuove infezioni si verifica in persone che sono parzialmente e completamente vaccinate.

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