Miliardi di euro riversati nelle tasche già gonfie dei colossi di Big Pharma, i re del settore farmaceutico mondiale che continuano a vendere la loro formula magica per il vaccino. Nonostante l’Agenzia Europea per il Farmarco continui a ricordare a tutti come, almeno nel breve e medio periodo, non basterà la somministrazione a far sparire l’incubo Covid-19 dalle nostre vite e nonostante gli appelli di tanti esperti che hanno chiesto maggiore trasparenza. Tant’è. Il normale processo di sperimentazione è stato ovviamente falsato dalla sfrenata corsa ad aggiudicarsi più dosi possibili. E le informazioni restano ancora un segreto.
Secondo i dati pubblicati da La Verità, nei soli Stati Uniti il piano della Casa Bianca ha portato alle aziende farmaceutiche la bellezza di 8,9 miliardi di dollari: 2,48 a Moderna, 2,1 a Sanofi-Gsk, 1,6 a Novavax, 1,45 a Johnson&Johnson, 1,2 ad Astrazeneca, 38 milioni a Merck. I tempi necessari al completamento della cosiddetta “Fase 3”, quella che vede il prodotto somministrato a migliaia di persone prima della definitiva immissione sul mercato, dura solitamente tra i 2 e i 4 anni. Un tempo che, però, vista la gravità della crisi non sarebbe stato possibile attendere. Ma i rischi, nonostante le rassicurazioni, ci sono.
Gli esperti hanno sottolineato come la probabilità di reazioni allergiche gravi nei pazienti che ricevono il vaccino sia di 1 su 1 milione. Se metà della popolazione mondiale ricevesse le cure, saremmo di fronte a 3.500 casi. Ma i primi dati Pfizer-Biontech parlano di percentuali anche più alte: sulle prime 250 mila vaccinazioni effettuate, i casi di reazioni allergiche registrate sono stati già 6. Una proporzione, quindi, di 24 su 1 milione. Un problema al quale i colossi del farmaco stanno facendo fronte in maniera diversa a seconda dello Stato: negli Usa, per esempio, il “Prep Act” conferisce loro totale immunità. Anche in caso di effetti collaterali gravi, quindi, i cittadini americani non potranno fare causa per avere un risarcimento.
Nel Regno Unito, i danneggiati potranno ricorrere al Vaccine damae payment, che offre un contributo di circa 130 mila euro. E in Europa? Le clausole dei contratti firmati sono ovviamente segretissime, ma non è difficile immaginare che le case farmaceutiche abbiano ottenuto la garanzia di uno scudo penale. In Italia gli indennizzi sono previsti soltanto se la vaccinazione fosse obbligatoria, ma l’ipotesi al momento sembra tramontata. Si rischia, dunque, che si verifichi un “vuoto” che renda di fatto impossibile alle persone danneggiate ottenere giustizia. La più classiche delle beffe che si accompagna al danno.
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