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Caos trasporti, il governo si lava la coscienza: “Colpa delle Regioni” (che replicano inviperite)

Pubblicato il 28/10/2020 10:35

Appicciati già alla fermata, a lato della strada. Schiacciati, una volta a bordo, come sardine, la mascherina unica protezione dal rischio di contagio, evidentemente alto in un ambiente così affollato. Le immagini dei mezzi pubblici strapieni stanno facendo il giro dei social dai giorni, provenienti da ogni Regione dello Stivale. E fanno gridare rabbioso chi, nel frattempo, in nome del contrasto alla diffusione del virus si è visto costretto ad anticipare l’orario di chiusura della propria attività, limitarne il funzionamento, perdere ingenti guadagni. La domanda è sempre la stessa, a ogni latitudine: “Perché chiudere cinema, palestre e piscine lasciando però che le persone si ammassino in metro o sui bus?”.

Caos trasporti, il governo si lava la coscienza: "Colpa delle Regioni" (che replicano inviperite)

Gli ultimi scatti circolati in rete sono quelli dei ragazzi di Palermo, incastonati a bordo del mezzo che dovrebbe portarli a scuola. In piedi, uno appicicato all’altro, costretti a sopportare una vera e propria ressa al momento di salire a bordo. Stesso copione nella capitale, dove dalla Metro A di San Giovanni alla ferrovia Roma-Lido, gli scatti degli utenti fotografano con puntualità disarmante come sia impossibile far rispettare le normative sul distanziamento obbligatorio per muoversi nell’Urbe. E allora, ecco sorgere la domanda, spontanea: chi è il responsabile di questa folle situazione, nel pieno di una pandemia mondiale?

Caos trasporti, il governo si lava la coscienza: "Colpa delle Regioni" (che replicano inviperite)

Al solito, il rimpallo di responsabilità è già partito. Il governo ha puntato il dito contro le Regioni, sostenendo che non abbiano fatto il necessario per adeguarsi alle direttive nel corso dei mesi estivi e non siano state in grado di utilizzare al meglio i soldi messi loro a disposizione (300 milioni di euro, secondo la titolare dell’Istruzione Lucia Azzolina). La replica, da Nord a Sud, è arrivata puntuale: i fondi sono arrivati nelle disponibilità dei governatori soltanto in parte, spesso neanche particolarmente significative. I bandi emessi dall’esecutivo per la gestione delle risorse sono stati tardivi, a conferma di come durante l’estate si sia sottovalutato il rischio di una seconda ondata. Il patatrac, alla fine, inevitabile.

Caos trasporti, il governo si lava la coscienza: "Colpa delle Regioni" (che replicano inviperite)

E d’altronde proprio in queste ore concitate, uno dei nomi più spesso sulla graticola è stato quello della ministra ai Trasporti Paola De Micheli. Eletta dai suoi stessi compagni di governo come capro espiatorio, al punto da metterne in discussione la permanenza nel suo ruolo. Lei, da par suo, ha a sua volta individuato un colpevole: la scuola e la Azzolina, colpevole di aver fatto tornare i ragazzi in classe senza criteri che garantissero la sicurezza negli spostamenti verso gli istituti, presi d’assalto. Insomma, ognuno cerca di liberarsi la coscienza come può. Nel frattempo, chi è costretto a fermare la propria attività osserva disgustato le contraddizioni di un Paese dove ogni giorno i mezzi pubblici si trasformano in una tonnara.

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