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Caos scuola, in Puglia slitta la riapertura: in alcuni Comuni si ricomincia il 5 ottobre

Pubblicato il 18/09/2020 15:12

Qualcuno ha già alzato bandiera bianca, decidendo di far ricominciare la scuola soltanto fra qualche giorno. Altri ci stanno pensando. Un caos generale che ha, ovviamente, gravi ripercussioni sulle famiglie italiane, costrette a fare i conti con un clima di incertezza assoluto. Mentre il ministro Lucia Azzolina continua la sua ricerca di giustificazioni per una ripartenza talmente caotica da non sembrare vera. Le ultime, allarmanti notizie in questo senso arrivano dalla Puglia, Regione dove diversi Comuni hanno rimandato il ritorno sui banchi al 28 di settembre: Trani, Bitorno, Terlizzi, Adelfia, Cassano. Con altri pronti a imitare il loro esempio (compresa la città di Bari).

Caos scuola, in Puglia slitta la riapertura: in alcuni Comuni si ricomincia il 5 ottobre

Tanti, troppi i nodi ancora da sciogliere. E così alcune strutture hanno scritto ai genitori degli alunni per spiegare come, a fatica, proveranno a muoversi. Repubblica ha pubblicato, tra le tante, la lettera del preside Claudio Grosso della scuola d’infanzia De Amicis Laterza a San Pasquale, nel barese: “Tenendo conto delle risorse che a oggi la scuola possiede la frequenza si svolgerà secondo periodiche turnazioni settimanali”. Ogni sezione divisa in due gruppi, una settimana a casa e una a scuola seguendo un calendario alternato. Non più di quattro ore al giorno, fino al 30 ottobre. Poi si vedrà. Altri istituti hanno preferito direttamente rinviare la riapertura, qualcuno addirittura a lunedì 5 ottobre. Le grida rabbiosa dei genitori, restano inascoltate.

Caos scuola, in Puglia slitta la riapertura: in alcuni Comuni si ricomincia il 5 ottobre

A preoccupare, in Puglia, è soprattutto l’assenza di supplenti, alla quale si sta cercando di trovare una soluzione in tempi rapidi con convocazioni per le nuove graduatorie provinciali. In sette giorni devono essere reperiti 5.785 docenti per il sostegno sui posti in deroga e almeno altri 1.500 supplenti. Il tutto andando incontro, ovviamente, a polemiche e contestazioni: la Uil, per esempio, ha già chiesto l’annullamento delle graduatorie perché “piene di errori non corretti”. Una confusione generale all’interno della quale nemmeno l’arrivo, finalmente, dei 152 milioni di euro destinati alla Regione ha permesso di rimettere ordine e lasciar tirare finalmente il fiato a mamme e papà.

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Immancabili, infine, i guai sul fronte banchi. Nove scuole su dieci non hanno ricevuto quelli richiesti e pensare che possano arrivare entro breve è ovviamente utopia: il bando per reperire nuovi spazi in locazione della Città metropolitana scade il 21 settembre, quindi al 24 non saranno di certo disponibili. Si cerca di dare più spazio possibile alla didattica digitale per sopperire almeno in parte al problema. Ma è ovvio che, così, il ritorno in aula assomiglia a un incubo.

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