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Boom di case finite all’asta a causa della crisi: il triste lascito del governo Conte agli italiani

Pubblicato il 24/02/2021 09:00

L’ultimo regalo del governo Conte agli italiani, prima di levare le tende per lasciare spazio all’europeismo devoto firmato Draghi, è un 2021 che si preannuncia già da record sotto il profilo degli sfratti. Un primato del quale non andare certo fieri e che, però, è facilmente prevedibile basandosi sull’ultimo rapporto pubblicato dal Centro studi Sogeea e presentato nelle scorse ore in Senato. Il numero delle case finite all’asta nel corso degli ultimi mesi ha infatti registrato un inquietante boom, addirittura +63,5%. Le procedure rilevate alla fine del 2020 erano infatti 15.146, a fronte delle 9.262 dei primi tre mesi del 2021.

Boom di case finite all'asta a causa della crisi: il triste lascito del governo Conte agli italiani

Andando ad analizzare i dati nel dettaglio, circa un terzo delle abitazioni in vendita risulta concentrato nel Nord del Paese (5.798 unità), un’area nel quale l’impennata di procedure forzate è stata pari al 27,7%. Male anche il Mezzogiorno, trascinato però dalle isole, dove l’aumento si attesta addirittura al 284% (2.105 contro le 584 del semestre precedente) e del 113% nella parte peninsulare (3.027 contro 1.423). Situazione complicata anche al Centro, dove si è verificata una crescita del 64%, con 4.216 immobili.

Boom di case finite all'asta a causa della crisi: il triste lascito del governo Conte agli italiani

Secondo il presidente di Sogeea e direttore del Centro studi Sandro Simoncini, quello che ne scaturisce è il quadro “di un Paese che fatica tremendamente a uscire dalla crisi notevolmente aggravata dalla pandemia. In tutta Italia le persone che si trovano in una situazione di difficoltà economico-finanziaria stanno drasticamente aumentando, anche se gli istituti di credito sono diventati meno aggressivi nei confronti di chi è in sofferenza, consapevoli che il valore degli immobili è drasticamente calato negli ultimi anni e, di conseguenza, un’asta non li farebbe comunque rientare dei prestiti”.

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Il rischio è che, appena terminato il blocco degli sfratti, l’ammontare complessivo di procedure schizzi rapidamente a 100 mila: “Cresce il numero di imprenditori, artigiani, commercianti che sono riusciti a far fronte alle difficoltà ma intaccando il patrimonio personale più prezioso: la propria casa”. A pagare il prezzo più alto, la fascia di italiani con reddito medio-basso: l’89% degli immobili andati all’incanto ha un valore inferiore a 200 mila euro. Il tutto mentre il dibattito parlamentare sul decreto Milleproroghe fa registrare un’inquietante fase di stallo.

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