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“Si prendono i soldi e la sovranità”. Ecco come le multinazionali della consulenza s’impossessano degli Stati

Pubblicato il 13/03/2023 11:37 - Aggiornato il 13/03/2023 11:39

Governi e imprese sembrano sempre meno preparati alle sfide dei tempi moderni. E una parte della colpa va ricercata in quelle grandi multinazionali delle consulenze che hanno svuotato pian piano i settori pubblico e privato di preziose competenze. Questa la tesi dell’economista Mariana Mazzucato e della dottoranda Rosie Collington, autrici del testo “The Big Con” (Il Grande Inganno): secondo le studiose, queste società estrarrebbero una rendita esagerata dalle proprie attività, guadagnando molto più di quanto giustificato dal loro contributo effettivo. Come spiegato dal Fatto Quotidiano, le due esperte hanno studiato per anni il campo della consulenza, un settore dove operano poche multinazionali con sede principalmente nella parte nord del mondo: Deloitte, EY, KPMG, PwC, McKinsey, Bain, Boston Consulting Group e una moltitudine di sigle minori, le cosiddette “boutique”. (Continua a leggere dopo la foto)
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aziende consulenza stati

Le aziende più grandi, come spiegato dal Fatto Quotidiano, solitamente non sono quotate in borsa ma inquadrate in strutture a responsabilità limitata. Difficile valutarne realmente i guadagni, vista l’opacità di certe società, ma le stime parlano di un mercato in crescita e che nel 2021 si attestava su un fatturato complessivo tra i 700 e i 900 miliardi di euro. (Continua a leggere dopo la foto)

Teoricamente queste società dovrebbero aiutare i clienti a raggiungere i propri obiettivi, trasferendo a volte conoscenze tra organizzazioni. Ma per Collington e Mazzucato questa dimensione non sarebbe sufficiente: l’influenza di queste società deriverebbe infatti anche dalla capacità di creare “un’impressione di valore”, quando in realtà i consulenti non hanno spesso nemmeno le competenze richieste. Quel che conta è che le loro pratiche “contribuiscano a infondere fiducia nel valore di una consulenza”. (Continua a leggere dopo la foto)

In questo modo le società di consulenza riescono a “persuadere governi svuotati e timidi” e aziende a esternalizzare le proprie attività. Un “trucco” per aiutare il settore ad accumulare rendite, con l’ossessione per i risultati a breve termine che spinge il mondo della politica a rivolgersi a loro invece che a consulenti interni. Una situazione particolarmente grave soprattutto nel “settore pubblico, dove un governo che esternalizza finisce per disimparare, perdendo competenze e finendo per esternalizzare ancora di più”. Il risultato? “Oggi in Italia molti enti si trovano a dover rinunciare ai soldi del Pnrr per l’incapacità di spenderli”.

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