Amnesty International ha fatto scoppiare una bomba. Dentro sé stessa e in tutto il mondo, pubblicando un report che denuncia le forze ucraine di aver infranto il diritto umanitario internazionale. Come ricostruisce Bianca Leonardi sul blog di Nicola Porro, “l’Ong fin dall’inizio si è sempre mostrata incline all’Ucraina e ha, addirittura, qualche mese fa, presentato un’inchiesta – frutto di mesi di lavoro sul posto – che riportava le prove dei crimini di guerra commessi nella città ucraine dai russi. L’invito, immediatamente accolto dal presidente Zelensky, era quello di incalzare la Corte Penale Internazionale avviando così le indagini e, successivamente, i processi. Ad oggi, Amnesty International è firmataria di un altro report: non diverso da quelli che ha sempre realizzato in tutte le zone di conflitto nel mondo, ma pericolosamente diverso per l’Ucraina”. Cosa emerge? (Continua a leggere dopo la foto)
“Il quadro che viene riportato – scrive Leonardi a proposito dell’ultimo report di Amnesty – indica come l’esercito ucraino avrebbe utilizzato i civili come scudi umani, mettendo in pericolo la popolazione civile in quanto i soldati avrebbero posizionato le armi in luoghi come scuole, abitazioni ed ospedali. I soldati di Kiev, quindi, hanno trasformato obiettivi civili in obiettivi militari, violando il diritto internazionale, massacrando volutamente il proprio popolo – aggiungiamo noi, ammessa la veridicità del dossier. E se sui crimini di guerra dei russi non si è aperta nessuna voragine, la denuncia nei confronti di Kiev ha portato a un vero e proprio terremoto politico”. (Continua a leggere dopo la foto)
In primis da parte di Zelensky che non ha fatto segreto della sua rabbia, fino all’indignazione dei vertici ucraini che hanno affermato che “il gruppo per i diritti umani ha cercato di spostare la responsabilità dall’aggressore alla vittima”. Ed è così che Amnesty International è diventata improvvisamente filoputin, motivo per cui il dirigente ucraino della Ong, Oksana Pokalchunk ha deciso (spontaneamente?) di dimettersi, accusando la sua ormai ex organizzazione di fare il gioco della propaganda del Cremlino. (Continua a leggere dopo la foto)
Amnesty dichiara che “essere in una posizione difensiva non esonera l’esercito ucraino dal rispetto del diritto umanitario internazionale”, andando contro a testa alta al governo di Kiev che ha duramente respinto il rapporto definendolo addirittura “una perversione”. Si attendono ora nuove indagini e nuovi sviluppi. La narrazione a senso unico, però, ha ora subito un’altra bordata.
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