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“Da noi resta l’obbligo vaccinale”. Qual è la Regione che si ribella (illegalmente) allo Stato

Pubblicato il 31/10/2022 08:50

Intorno al tema dell’obbligo vaccinale per i sanitari ci siamo giocati definitivamente anche l’unità della nazione. Le Regioni, infatti, sembrano procedere ognuna per conto suo, creando enormi problemi sull’uniformità di giudizio sul territorio nazionale. Il caso lo ha sollevato la Puglia. Una volta appresa la volontà del governo di interrompere l’obbligo vaccinale per il personale ospedaliero, il presidente della I commissione Bilancio del Consiglio regionale pugliese, Fabiano Amati (Pd), ha lanciato un messaggio forte e chiaro alla stessa presidente del Consiglio, affermando: “In Puglia non avrà alcun effetto pratico l’annunciata decisione del Governo nazionale di eliminare l’obbligo alla vaccinazione Covid per gli operatori sanitari. È pienamente vigente, infatti, una legge regionale, la numero 2 del 2021, con cui fu esteso l’obbligo per le vaccinazioni ordinarie anche a quella contro il Covid. Faccio inoltre presente che le sanzioni della legge regionale sono molto più incisive di quelle contenute nella disposizione statale in via d’abrogazione”. (Continua a leggere dopo la foto)

“Mi spiace – aggiunge Amati – dover rilevare la notevole assurdità di un Paese dove ai medici bisogna imporre l’obbligo di vaccinazione, con il Governo impegnato ad abrogarlo. L’assessorato alla Salute e i direttori delle Asl s’impegnino a far rispettare gli obblighi derivanti dalla legge regionale, così da poter dire che in Puglia i medici devono essere vaccinati, come prova scientifica impone”. Val la pena ricordare forse ad Amati che in Italia vige il “Principio della Gerarchia delle fonti”, che può essere rappresentato come una piramide al cui vertice è posta la Costituzione, più in basso vi sono le leggi ordinarie ed ancora sotto vi sono i regolamenti e gli usi. Le leggi regionali sono caratterizzate dal principio della competenza: la Legge 3/2001 attribuisce alle Regioni competenza in tutte le materie non riservate alla legislazione dello Stato. Non ci meraviglierà, però, se la spuntassero Amati e la Puglia. Del resto sono 2 anni che viviamo immersi nell’illegalità giustificata da una emergenza… (Continua a leggere dopo la foto)

Il tweet di Amati è arrivato dopo la notizia che nel prossimo Consiglio dei ministri convocato per lunedì 31 ottobre arriverà sul tavolo pure l’anticipo al primo novembre della scadenza dell’obbligo vaccinale per chi esercita la professione sanitaria. E la conseguente abrogazione delle sanzioni per l’inosservanza dell’obbligo. “L’obiettivo – è il ragionamento di fonti di Palazzo Chigi a Repubblica – è dare seguito all’indicazione tracciata dalla presidente Meloni nelle sue dichiarazioni programmatiche rese in Parlamento e segnare così un primo atto di discontinuità, rispetto ai precedenti esecutivi, nella gestione della pandemia da Covid-19″. Il segnale della svolta rispetto alla gestione di Roberto Speranza. (Continua a leggere dopo la foto)

Il predecessore del neo ministro Orazio Schillaci alla guida del dicastero della Salute aveva infatti stabilito, per proteggere i fragili e i lavoratori a rischio, che l’obbligo vaccinale sarebbe rimasto in vigore fino al 31 dicembre “per i professionisti sanitari e per i lavoratori del settore sanitario e socio-sanitario ed assistenziale, nonché per i soggetti che svolgono la propria attività lavorativa nelle strutture residenziali, socio-assistenziali e socio-sanitarie”. Un requisito considerato essenziale per svolgere l’attività lavorativa. Tanto che, stando al numero più aggiornato risalente al 20 settembre in possesso della Federazione degli Ordini dei medici, 3.394 medici sono sospesi per “per inadempienza all’obbligo vaccinale”. Medici di cui Schillaci aveva già annunciato, ieri, il reintegro anticipato “alla luce della preoccupante carenza di personale medico e sanitario segnalata dai responsabili delle strutture sanitarie e territoriali”.

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